Un’idea nata in Brianza ma che potrebbe diventare un punto di riferimento per l’internet delle cose anche a livello europeo. La Regione Lombardia ha approvato il progetto “The Home of IoT”, nato grazie alla creatività del Distretto Green and High Tech (che ha sede operativa a Vimercate e legale a Monza) e sostenuto, oltre che dall’università Bicocca e da quella di Pavia, anche da grandi aziende del territorio come Stmicroelectronics, Azcom, Elexes, Techinnova.
Grazie all’azione congiunta di queste imprese , che ha la Bicocca come capofila, il Pirellone ha deciso di contribuire alla realizzazione di un piano da due milioni di euro (finanziando il 40 per cento della parte relativa alle università e il 10 per cento di ciò che riguarda le aziende). Che il bando si stesse mettendo bene per la cordata brianzola lo si era capito subito, almeno da quando aveva superato, con un punteggio molto alto, la prima fase di selezione dei progetti. Ora, però, si passa dalle parole ai fatti.
«A gennaio ci vediamo con gli altri partner del progetto – spiega Giacomo Piccini, direttore generale del Distretto tecnologico- per definire la road map. Siamo molto soddisfatti: è un importante riconoscimento del lavoro svolto».
La vittoria nel bando permetterà di accelerare l’avvio del progetto: l’obiettivo dichiarato è quello di creare una struttura, in un’area già individuata nella Bicocca e che verrà destinata a questo scopo, che faccia da punto di riferimento per tutte le aziende (anche piccole) che vogliono sviluppare prodotti nell’ambito dell’internet dell cose, di quegli oggetti, cioè, ai quali vengono aggiunti dei servizi attraverso sensori che sfruttano le possibilità garantite da internet per la trasmissione dei dati.
L’idea è nata nel Distretto brianzolo che però, per le caratteristiche del bando non ha partecipato direttamente alla gara regionale, anche se rimarrà uno dei protagonisti dell’avventura che ha preso il via con l’approvazione di questi giorni, assecondando il ruolo delle grandi aziende, chiamate a sostenere le iniziative del centro e delle altre aziende che vorranno rivolgersi alla Home of IoT per ricevere un aiuto nello sviluppo di prodotti di loro invenzione.
La prima realizzazione sarà un sistema per il controllo di soggetti fragili (gli anziani ad esempio) in casa come in automobile, che prevede, nell’abitazione come in una vettura, l’utilizzo di sensori e di gateway per la trasmissione dei dati che permettano di tenere sotto controllo la salute delle persone.
«Quello a cui pensiamo è una struttura fissa – spiega Piccini – che tende ad allargarsi, anzi, che si allargherà ad altre realizzazioni oltre a questa, così come ad altri partner. Siamo aperti ai contributi di altri: siamo già in contatto con alcune aziende che sono interessate».
Insomma, un progetto che pensa in grande, tanto che non si accontenta di fare da punto di riferimento solo per le aziende della Lombardia, ma vuole proporsi come interlocutore a livello nazionale come a livello europeo.
Si tratta, d’altra parte, di una delle prime iniziative di questo genere. Altre hanno battuto questa strada ma nessuno in modo così specializzato sul tema dell’internet delle cose e con presenze così qualificate per quanto riguarda le aziende. “The Home of IoT” potrebbe estendere i suoi confini anche al di fuori di quelli nazionali. Non per niente ci sono già state manifestazioni di interesse, in vista di una collaborazione, con cluster dell’Irlanda e della Grecia. Segno che l’iniziativa rappresenta una significativa novità pure in campo europeo.
Gli ambiti di applicazione, peraltro, possono essere i più svariati, e il progetto si presta, anche per questo, a catalizzare intorno a sè altre esperienze fornendo loro gli strumenti per intraprendere la strada dell’IoT, quella che contribuirà a cambiare nei prossimi decenni la nostra vita quotidiana e anche l’organizzazione del lavoro nelle imprese.