Just Eat inizia ad assumere i rider e lo fa da Monza

Mille rider con contratto d’assunzione in due mesi: è il progetto di Just Eat per la consegna di pasti e cibo a domicilio, che parte da Monza nel mese di marzo.
Un rider di Just Eat
Un rider di Just Eat

L’operatore della consegna a domicilio di cibo e pasti Just Eat ha deciso di passare all’assunzione del personale con contratti da dipendente. E lo fa da Monza, in Lombardia, come progetto pilota. L’annuncio nella giornata di giovedì 4 febbraio: l’operazione partirà dal mese di marzo.

“Scoober prevede l’inquadramento dei rider come lavoratori dipendenti: una scelta che consentirà loro di avere tutti i vantaggi e le tutele tipiche dei lavoratori dipendenti, e condizioni di assunzione eque tra cui: un compenso orario, ferie, malattia, maternità/paternità, indennità per lavoro notturno, e festivi, coperture assicurative, dispositivi di sicurezza gratuiti in dotazione, formazione obbligatoria e tutele previdenziali” scrive Just Eat che aggiunge come sia in corso un “confronto con le organizzazioni sindacali in merito all’individuazione di una disciplina collettiva che possa, con gli opportuni adattamenti e in aggiunta alle regole legali, regolare questa forma di lavoro”.

La società prevede di utilizzare contratti full time da 40 ore settimanali, part time variabili in funzione della città e dei volumi di ordini e contratti a chiamata. “Quanto alla retribuzione, in fase di prima applicazione, Just Eat riconoscerà un trattamento non inferiore alle tabelle previste da contratti collettivi esistenti per profili ed attività analoghe, garantendo un compenso orario del valore medio di circa 9 euro. Si tratta di un valore indicativo, che si ottiene applicando su una paga base di 7.50 euro l’ora, indipendentemente dalle consegne effettuate, il pacchetto di maggiorazioni previste dalla normativa in vigore”.

Alla cifra si aggiunge un sistema di bonus legato invece alle consegne, ancora da definire in base al confronto sindacale. E poi indennità per l’utilizzo di mezzi personali, assicurazione, per lavoro notturno, festività e lavoro straordinario oltre a ferie, malattia, maternità/paternità e dotazioni di sicurezza. “Il modello Scoober, già presente in 12 paesi del gruppo e in oltre 140 città, con più di 19.000 riders, prevede uno sviluppo in Italia in 23 città, nel corso del 2021. Si parte dalla Lombardia con Monza, prima città in cui sarà testato il modello a partire da marzo, con l’obiettivo di valutare prima all’interno di una realtà più contenuta in termini di volumi e numero di ristoranti, il miglior funzionamento del servizio”.

Poi si passerà a Brescia, Verona, Parma e Reggio Emilia e altre città dell’Emilia Romagna, per poi arrivare a Milano entro aprile 2021: l’ obiettivo è di oltre 1.000 rider assunti nei primi due mesi.