Industria in Lombardia: la crescita rallenta (tanto), “ma sarà recuperata”

Secondo Assolombarda la contrazione del Pil e della produzione rispetto alle attese di inizio anno dovrebbe essere recuperata nel 2022.
Alessandro Spada
Alessandro Spada

Meglio delle previsioni italiane ma comunque al ribasso, quelle per il 2022, dell’industria lombarda. A dirlo sono i dati diffusi da Assolombarda che, alla soglia della metà dell’anno, riducono la crescita del Pil dal +4% atteso all’inizio dell’anno al 2,6% previsto oggi. L’analisi è stata pubblicata a cura del Centro Studi di Assolombarda, pubblicato sul magazine Genio&Impresa.

Industriali: che cosa pesa sulla crescita

“Il quadro economico lombardo – ha affermato Alessandro Spada, presidente di Assolombarda – è fortemente influenzato dal perdurare del conflitto” cioè dalla guerra in Ucraina dopo l’invasione della Russia, “dal caro energia e dall’insufficienza di materiali e semilavorati che rendono difficile la programmazione dell’attività industriale e contrae pesantemente i margini”. Si tratta – dicono gli industriali – di una situazione senza precedenti che per l’anno in corso “comporta una crescita del Pil lombardo ben inferiore a quanto prospettavamo qualche mese fa. Si deve intervenire con una politica strutturale a medio-lungo termine che porti all’indipendenza energetica. Bisogna lavorare senza pregiudizi con regole chiare e in tempi rapidi”.

Industriali: il Pil prima e dopo il Covid-19

Assolombarda, a proposito del Pil, cioè il prodotto interno lordo, riassume quanto accaduto negli ultimi anni: nei due anni di pandemia Covid-19 la Lombardia rispetto all’Italia prima aveva perso quanto il resto del Paese (-8,9% la Lombardia e 9% l’Italia nel 2020), poi aveva recuperato con un rimbalzo del +7% rispetto al dato nazionale del + 6,6%. 

Nel 2021 rispetto al pre Covid la Lombardia segnava un -2,5% e l’Italia un -3%. “Una situazione che ci accomuna, con differenti intensità alle altre regioni motori d’Europa: il gap con il pre Covid del Baden-Württemberg nel 2021 registrava un -2,2% molto vicino al dato lombardo, il Bayern -1,4%, ma la Cataluña registrava un gap del -6,6%. Sui tempi di recupero del PIL sui livelli del 2019, il Bayern è assimilabile alla Lombardia, cioè atteso nel 2022, mentre il Baden-Württemberg nel 2023 e la Cataluña ritarderà ulteriormente”.

Industriali: il freno dopo marzo

Poi è arrivato il conflitto Russia-Ucraina, l’aumento dei prezzi di energia e commodity (prodotti o merci di scambio internazionali), l’inflazione, altri fattori che hanno appesantito il sistema economico. “Nonostante il quadro critico – aggiunge Spada – fino a marzo la domanda per il manifatturiero lombardo e del Nord Ovest è rimasta tutto sommato consistente e questa relativa ‘tenuta’, frutto di capacità competitiva delle nostre imprese, è testimoniata anche dalle stime dell’Istat sull’andamento del Pil italiano nel primo trimestre, in flessione contenuta al -0,2%”. Il freno è arrivato ad aprile e le aspettative sono più basse, oggi, di febbraio 2021.

Industriali: le scorte nei magazzini

“Un’industria su 4 ha impianti e materiali insufficienti per produrre (nel pre Covid era 1 ogni 100) – dice Assolombarda – questa situazione condiziona le scorte nei magazzini, tanto che un’impresa su 6 dichiara un livello di materie prime e semilavorati inferiore al normale (un numero di aziende mai così elevato dall’inizio della serie storica, trenta anni fa). Dunque, il vero ostacolo alla crescita non riguarda più la domanda come era accaduto nel 2020, ma la carenza di input produttivi che limita l’offerta e rende difficile programmare l’attività industriale”.

Industriali: contrazione occupazionale

A questo dato si associa la contrazione occupazionale, con una previsione di 76mila occupati in meno a fine 2022 rispetto al 2019 e un’aspettativa di ritorno al periodo pre Covid spostato nel 2023. “La flessione nel 2020 è stata pari al -3,1%, cui è seguito un +0,4% di crescita nel 2021 ed è previsto un +1,0% nel 2022”, scrivono gli industriali citando come fonte Prometeia.

“In crescita, in Lombardia, anche la disoccupazione che è passata dal 5,2% del 2020 al 5,9% nel 2021. Ad essere maggiormente colpiti sono i giovani, con il tasso di disoccupazione dei 15-24enni lombardi  che  è difatti salito negli ultimi due anni: nel 2019 era al 18,3%, nel 2020 al 19,4%, nel 2021 al 21,2%, circa 15 punti percentuali in più rispetto al 5,7% di Bayern e Baden-Württemberg, ma ampiamente inferiore al 28,9% della Cataluña”.