Ci sono 21 tagli su Monza, ma anche una decina di posizioni nuove frutto della riorganizzazione del lavoro. E la possibilità che anche al di là delle persone dichiarate in esubero si acceda all’uscita volontaria incentivata con almeno 15 mensilità a disposizione. Il piano di licenziamenti di Adidas, che per la terza volta dal 2018 ha deciso di delocalizzare alcune funzioni all’estero, segnatamente in Portogallo, è ancora oggetto di discussione con i sindacati, ma c’è qualche spiraglio per riuscire a diminuire l’impatto sociale della ristrutturazione della sede italiana, privata di ad e manager, da parte della multinazionale tedesca. Magari anche di ridurlo a zero o quasi. Ai lavoratori sono state comunicate le nuove posizioni ed è stato chiesto di candidarsi.
Oltre a Monza sono previsti 10 esuberi su Roma per la chiusura di uno showroom, ma a settembre nella capitale di aprirà un negozio e almeno 4 dei profili previsti sono simili a quelli di persone di cui è previsto il licenziamento. Un paio di persone, poi, si sarebbero informate per candidarsi alle nuove posizioni che si apriranno in Brianza.
«Abbiamo proposto all’azienda di prendersi il tempo necessario per svolgere in maniera equa e attenta il percorso di selezione delle candidature sulle posizioni aperte -dice il segretario generale della Filcams Cgil Monza Brianza Matteo Moretti- richiedendo di sospendere i termini della procedura per concludere questa fase ma la direzione ha dichiarato di dover necessariamente chiudere il percorso della procedura entro il mese di Febbraio. Pertanto abbiamo richiesto di avviare il prima possibile il percorso di selezione delle posizioni per sfruttare tutte le occasioni di ricollocazioni, prendendosi comunque il tempo utile per ultimare il processo».
Nei prossimi giorni sono previsti altri incontri ma se il puzzle disegnato nella trattativa dovesse comporsi l’effetto tagli potrebbe essere neutralizzato o quasi.