Vimercate, quando l’opera d’arte è intorno: chi era Alfonso Cortesi

Al corniciaio che ha accompagnato alcuni dei principali artisti del Novecento italiano dedica una mostra lo Spazio heart di Vimercate.
Alfonso Cortesi e Luigi, il suo aiutante
Alfonso Cortesi e Luigi, il suo aiutante

Come un sarto, con le sue creazioni ha vestito le opere dei più grandi artisti della scena artistica italiana del XX secolo, e non solo, rivoluzionando il concetto di cornice. Si chiamava Alfonso Cortesi, bolognese di nascita ma monzese di adozione, e di lui narra “Storia di un corniciaio”, la mostra che dal 2 febbraio al 16 marzo potrà essere visitata allo Spazio Heart di Vimercate.

Nato nel 1918 in un piccolo borgo del bolognese, alla fine degli anni Venti si trasferisce con la famiglia a Milano. Qui, ancora giovanissimo, inizia la sua avventura da corniciaio come garzone di Egisto Marconi, fra i principali innovatori dell’arte corniciaia europea, che lavorò con tutti i grandi artisti del tempo e padre di Giorgio, uno dei maggiori galleristi italiani. Nel secondo dopoguerra apre nel capoluogo il suo primo atelier anche grazie a Mariuccia Colnaghi, moglie, preziosissima alleata, consigliera e aiutante.

Vimercate, l’opera d’arte è intorno: Cortesi a Vimercate

Cartolina da Arturo e Anna Vermi
Cartolina da Arturo e Anna Vermi

Nel ’50 si trasferisce infine a Monza dove proseguirà la sua opera per tutti gli anni a seguire. Nel suo atelier si respira un’incessante ricerca di innovazione che rimane però fedele alla tradizione artigianale che caratterizza il mestiere. La sua capacità di adattarsi alle esigenze degli artisti, collezionisti e galleristi gli ha permesso di diventare un corniciaio di fama, e di lavorare per i più grandi artisti della sua epoca: «Da Castelani a Fontana, tutti andavano da lui – spiega ancora Simona Bartolena, curatrice della mostra assieme a Armando Fettolini. Era capace di realizzare qualsiasi tipo di cornice e adattava il suo lavoro all’opera che doveva impreziosire. Come un sarto, vestiva le opere una per una adattando il suo lavoro a quel che vedeva. Nella vita ha incorniciato anche lavori che solitamente non sarebbero state incorniciati. A lui si deve inoltre l’invenzione la della cornice piatta, la cosiddetta “biennale” perché le prime sono state realizzate per essere mandate a Venezia, un vero e proprio simbolo di modernità negli anni ’60 che diventa un modello anche molto copiato successivamente».

Agostino Bonalumi, Senza titolo (rosso), 1966, tela estroflessa, 50 x 40 cm
Agostino Bonalumi, Senza titolo (rosso), 1966, tela estroflessa, 50 x 40 cm

Vimercate, quando l’opera d’arte è intorno: la mostra ad Heart

Cortesi però è stato più di un corniciaio: «Col tempo è diventato un appassionato collezionista e mecenate – prosegue Bartolena -. Era onnivoro e nelle sue collezioni si può trovare di tutto, dal quadro pescato nei mercatini al Fontana. Amava la commistione perché  non guardava al nome dell’autore ma al suo gusto. Alle opere realizzava la sua cornice di pregio sia che si trattasse di un disegno di un bambino sia un quadro di un artista affermato. Si racconta che se qualcuno portava un quadro che non gli piaceva non lo incorniciava».

La mostra è quindi una finestra sul modo di approcciarsi all’arte di Cortesi con una selezione di 40 opere di particolare importanza nella vita di Cortesi in cui accanto a opere di artisti di fama da Enrico Castellani, Arturo Vermi, Antonio Scaccabarozzi, Agostino Bonalumi, Agostino Ferrari, Ugo La Pietra, Lucio Fontana, Emilio Chiusa, Antonio Calderara si trovano lavori realizzati da artisti poco conosciuti o addirittura occasionali. Tutti “vestiti” dalla sua mano. Inaugurazione domenica 2, alle 18.30, allo Spazio Heart in via Manin.