Il giacimento Unesco di Besano-Monte San Giorgio continua a regalare sorprese (e scoperte) ai paleontologi italiani. Ma questa volta non si tratta di un sei o anche otto metri di besanosauro o dei quattro dei notosauri, i cui fossili sono stati rintracciati nell’area tra la provincia di Varese e la Svizzera. Si tratta più semplicemente dei 4 centimetri o poco più di uno scorpione del Triassico.

Ne dà nota il Museo di storia naturale di Milano: il reperto era contenuto in un piccolo pezzo di roccia dolomitica in cui è stato individuato il corpo integro con occhi, zampe e coda con aculeo. Sotto il coordinamento di Cristiano Dal Sasso, i ricercatori Marco Viaretti e Gabriele Bindellini, del dipartimento di scienze della terra “Ardito Desio” dell’Università di Milano, hanno “studiato in dettaglio un prezioso fossile scoprendo che si tratta di una nuova specie, ora battezzata ufficialmente Protobuthus ziliolii sulla rivista scientifica internazionale Paläontologisches Zeitschrift”.

Uno scorpione del Triassico: il corpo integrale
“Gli artropodi terrestri sono fossili molto rari. Questo esemplare è il primo scorpione dell’Era Mesozoica scoperto in Italia e la seconda specie al mondo del genere Protobuthus” scrivono gli studiosi che annotano, come con “l’aiuto della luce UV e del microscopio elettronico a scansione presente nei laboratori del museo comandato dal tecnico Michele Zilioli – a cui è stata dedicata la nuova specie – il team di paleontologi italiani ha accertato che Il fossile è il corpo stesso dello scorpione e non una semplice exuvia, cioè non è l’esoscheletro vuoto, che gli artropodi abbandonano più volte crescendo nel corso della loro vita, e che ha dunque più possibilità di fossilizzare rispetto al corpo originale”.
Per Marco Viaretti “è proprio il corpo originale, che ha conservato l’ornamentazione carenata, che ci ha permesso di distinguerlo dagli altri Protobuthus e di stabilire che si trattava di una specie ancora sconosciuta”. Il fossile è stato trovato negli strati superiori del giacimento, che è riconducibile al Triassico medio, fra 247 e 247 milioni di anni fa.
Uno scorpione del Triassico: l’importanza di Besano
“Quei sedimenti dunque confermano di essersi depositati in acque basse, non lontano dalla riva da cui proveniva la carcassa dello scorpione”, afferma Bindellini. “I sedimenti sottostanti, invece, si formarono in tempi precedenti, quando quel bacino era molto più profondo – conclude Dal Sasso -. E infatti contengono pesci di mare aperto e rettili tipicamente marini, come gli ittiosauri che hanno reso famoso nel mondo il giacimento di Besano-Monte San Giorgio”.
Il reperto non è stato ancora esposto al pubblico, ma farà parte di un nuovo percorso dedicato ai fossili lombardi, che sarà allestito nei prossimi anni al piano terra del Museo di storia naturale di Milano.


