Basta un pezzo di mare. Questo il libro d’esordio della giovane autrice di Lissone Ludovica Della Bosca presentato in una location d’eccezione da Antonella hair design proprio in città. Un luogo insolito ma non per la giovane autrice, visto che conosce Antonella da sempre. La scrittura per Ludovica è una parte di lei, che ha scoperto quando, ancora adolescente, frequentava la scuola media Farè, sempre Lissone, con la docente Marina Spinelli che l’ha guidata anche nella scelta del liceo classico Zucchi, un percorso faticoso, con alti e bassi ma, non si è mai lasciata prendere dallo sconforto ma, con tenacia ha superato tutti gli ostacoli.
Lissone, la giovane scrittrice Ludovica: la passione per la scrittura e gli studi severi al liceo Zucchi e il giornalismo
«Ho sempre scritto cose personali, la scrittura è sempre stata un mio modo per comunicare- racconta Ludovica- ma anche di affrontare la vita. Mentre studiavo ho provato anche la strada del giornalismo, una vera palestra che ho lasciato ma, ancora lavoro nel mondo della comunicazione». Un libro speciale, questo, un po’ perché per vederlo finalmente pubblicato sono serviti cinque lunghi anni d’attesa, un po’ perché dedicato alla mamma Adele, ben nota in città perché era un’insegnante, una maestra alla primaria Tasso che ha cresciuto generazioni di giovani e che, purtroppo, è mancata troppo presto.
Lissone, la giovane scrittrice Ludovica: il racconto di una storia d’amicizia importante
«L’ho voluto dedicare alla mamma ed è un modo per prendermi cura del suo ricordo- continua- perché non vada perso. Scrivere è una necessità, mi ha aiutata a superare il lutto e, quando l’ho terminato mi sono sentita “più leggera” mi ha aiutata a sentirmi meglio». Un libro legato alla crescita, alla capacità di lasciar andare un qualcosa a cui si è molto legati ma, nello stesso tempo racconta un legame di amicizia importante, le due protagoniste Sara e Agata raccontano passato e presente durante il loro “viaggio” si confrontano, dialogano e insieme crescono come persone. «Sembrano due persone tanto diverse ma, complementari- racconta Della Bosca- perché una ha bisogno dell’altra e, insieme, maturano e crescono come persone. Un percorso che, in realtà, mi ha permesso di crescere e maturare con loro, ha richiesto fatica, l’ho scritto in un anno ma riuscire a pubblicarlo è stata un’impresa. Cinque anni di tentativi, rifiuti, fino al premio Calvino, mi sono buttata e sono arrivata tra i finalisti questo mi ha dato visibilità e diverse case editrici mi hanno contattato per pubblicarlo». Un altro aspetto del carattere di questa giovane donna, tenace, tosta, che non ha mai mollato perché ha sempre creduto in quello che ha scritto. «Sono felice, soddisfatta, il ricordo di mamma resterà indelebile- conclude- e, a trent’anni posso dire di essere anche una scrittrice dopo tanta fatica. Ringrazio Antonella, ha partecipato al mio sogno e mi ha organizzato una presentazione bellissima con tante persone speciali».