Monza: la biblioteca di Bartolomeo Zucchi torna al Carrobiolo

I padri barnabiti al lavoro per riportare in città manoscritti e libri del religioso, letterato, storico che dà nome al liceo classico.
Il chiostro del liceo Zucchi di Monza
Il chiostro del liceo Zucchi di Monza Fabrizio Radaelli

Incunaboli e cinquecentine da far brillare gli occhi: i bibliofili sanno che tra quelle pareti sono custoditi autentici tesori. La biblioteca del Carrobiolo dei padri barnabiti a Monza vanta una collezione di circa sessantamila volumi: di questi, quasi diecimila costituiscono il patrimonio di libri antichi, vale a dire editi entro il 1831. Tra loro si contano cinquecentine di Aldo Manuzio, immediatamente riconoscibili dalla marca tipografica più famosa della storia della stampa (l’ancora aldina), un incunabolo della Divina commedia e la prima edizione di un’opera anatomica di Cartesio. 

Un patrimonio che potrebbe crescere e diventare ancora più ricco se si riuscissero a riunire a Monza i diversi fondi bibliotecari di proprietà dei padri barnabiti attualmente disseminati in diversi istituti religiosi afferenti alla congregazione. «Si tratta di un’ipotesi su cui stiamo ragionando», commenta Federico Zanotti, responsabile della biblioteca, sottolineando quando potrebbe giovare all’attività degli studiosi la possibilità di effettuare ricerche e di consultare volumi in un unico luogo. 

Monza, Bartolomeo Zucchi, i libri e i manoscritti

Intanto, però, qualcosa di concreto sta già succedendo: il Carrobiolo di Monza è al lavoro per recuperare dal convento dei barnabiti di Cremona, San Luca, alcuni testi appartenenti alla biblioteca personale di Bartolomeo Zucchi, storico e letterato sacerdote monzese ancora oggi ricordato dalla via nel cuore del centro storico e dal liceo classico che portano il suo nome. 

Ritratto di Bartolomeo Zucchi
Ritratto di Bartolomeo Zucchi

«Al momento abbiamo accolto a Monza tre manoscritti dello Zucchi: si tratta di opere religiose inedite e di manoscritti a cui stava lavorando», precisa Zanotti sottolineando che a Cremona sono custoditi complessivamente una trentina di volumi, tra manoscritti e opere a stampa che in passato erano appartenuti alla biblioteca di Santa Maria degli Angeli, chiesa edificata ai primi del Seicento proprio per volere dello Zucchi nelle vicinanze della casa di famiglia e, come si tramanda, nel punto esatto in cui San Carlo Borromeo aveva guarito una donna affetta da gravi disturbi. Morto di peste nell’agosto del 1630, Zucchi lascia la sua eredità nelle mani dei gesuiti, a patto che diano vita, in città, a una scuola di grammatica, umanità e retorica per giovani poveri e meritevoli. 

Zucchi, i manoscritti, la biblioteca e Monza

Il collegio di Santa Maria degli Angeli a Monza apre i battenti nel 1729, accanto all’omonima chiesa: i gesuiti se ne occupano per oltre un secolo, fino al 1883, poi i barnabiti subentrano nella gestione. Un po’ di storia era necessaria per capire come mai, in seguito alla chiusura del collegio e alla riqualificazione dello stabile (che oggi ospita gli istituti clinici Zucchi), alcuni averi dello studioso siano stati trasferiti in altre strutture di proprietà dei barnabiti – come, appunto, San Luca. 

L’acquisizione di parti di biblioteche da altre case della congregazione non risulta poi così fuori dalle corde del Carrobiolo, che già nel corso del Novecento ha arricchito le sue collezioni proprio in questo modo.