Il compassato impiegato di banca cinquantacinquenne, di Novara, Angelo Persico, sposato e padre, che aveva preso di mira l’atleta della Nazionale di pallavolo, Alessia Orro, ha smesso di far vivere nell’ansia la giovane.
Villasanta: condannato lo stalker a libertà vigilata
Il Tribunale di Monza lo ha condannato per stalking a 4 mesi e 20 giorni di reclusione con il rito abbreviato, applicando la continuazione con una pena che aveva già subito in passato, sempre per la stessa fattispecie di reato. Di fatto l’uomo, che era stato dichiarato parzialmente incapace di intendere e di volere al momento dei fatti contestati, avrebbe già “espiato” le pena di quattro mesi dopo il suo arresto, nello scorso mese di aprile, ma il Tribunale, valutando l’uomo particolarmente pericoloso socialmente, ha deciso di sottoporlo a libertà vigilata nella comunità psichiatrica dove già è “ospitato” a seguito della perizia sulle sue condizioni mentali, perizia che aveva disposto la stessa Procura della Repubblica di Monza.
Villasanta: condannato lo stalker e i fatti
Angelo Persico era diventato una vera e propria ossessione per Alessia Orro. Deliranti dichiarazioni d’amore, la seguiva negli allenamenti e alle partite, cercando sempre di alloggiare negli stessi hotel delle trasferte accaparrandosi anche i vip pass che gli permettevano di incontrare la ragazza. Il 23 settembre del 2019, di ritorno da una trasferta a Olbia, in Sardegna, Persico era stato fermato dagli agenti al termine di mesi fatti di messaggi, appostamenti, mazzi di fiori indesiderati e destinati alla pallavolista che allora giocava nel team Yamamay di Busto Arsizio (Varese). “Ti amo Ale adesso domani sempre, ti voglio, ti desidero, ti pretendo, insegnami ad amarti”, le aveva scritto nei messaggi via Facebook e ai quali l’atleta non aveva mai risposto. Accecato dall’ossessione, Persico in un’occasione l’aveva seguita fino in Turchia durante una trasferta della squadra. Aveva ripreso a seguire la ragazza e a inviarle numerosi messaggi sui social, utilizzando toni offensivi e insulti di fronte alla decisione dell’atleta di bloccarlo. Processato, dopo avere patteggiato la pena di 1 anno e 8 mesi, aveva ottenuto gli arresti domiciliari. Ma evidentemente per il 55enne quella condanna non gli è servita a farlo rinsavire poiché scontata la pena è tornato all’attacco, per l’impiegato di banca lei era la “la donna della sua vita”. Dopo la seconda denuncia, i carabinieri stavano indagando a piede libero sul 55enne, ma quando ad aprile l’avevano trovato nei pressi del palazzetto di Monza dove Alessia si stava allenando, era scattato l’arresto grazie alle telecamere di Villasanta della zona. “
Villasanta: condannato lo stalker e le parole di Orro
Mi sento in dovere come atleta e personaggio pubblico di condividere con voi quello che ormai piano piano sta uscendo ovunque. Vorrei dare l’esempio non solo dentro il campo, non abbiate paura di denunciare”, aveva scritto in un social, con coraggio, Alessia Orro.