L’ala nord rischia della Villa reale di Monza rischia di crollare? Magari non domani, pare di capire, ma di certo occorre tenerla d’occhio. Ed è per questo che uno dei capitoli dell’appalto assegnato da Aria spa, società della Regione Lombardia, per la progettazione dell’ultima parte dei primi 23 milioni dell’accordo di programma per la Reggia (finanziamenti della stessa Regione, che in totale saranno 55) è proprio il monitoraggio statico del grande orfano del restauro della Villa: l’ala nord, quella a sinistra guardando la scalinata di accesso del tesoro di Piermarini.
Quella che ospitava le collezioni civiche, quella alle spalle della cappella reale, quella che non è stata riaperta al pubblico nel recupero della Reggia, quella che “spancia” avvisa Attilio Navarra, ormai ex concessionario della Villa reale, professionista del settore: è il titolare di Italiana Costruzioni, una delle realtà più importanti del settore costruzioni. Non è un mistero: l’ala nord, chiusa da decenni, ha problemi strutturali e già in passato è stata oggetto di monitoraggi. «Si vede a occhio nudo» dice ora qualcuno e allora basta andare sul lato dei Giardini reali e osservare il profilo. Dentro, infiltrazioni, colonie di pipistrelli, cedimenti. Quanto è urgente? Risposte, per ora, nessuna: ma presto i monitoraggi – prima che dicano quello che probabilmente tutti sanno, e cioè che bisogna intervenire nelle fondamenta per consolidare la struttura, al di là del prezzo che l’operazione richiederà.
«Sono già stati fatti due sopralluoghi con i professionisti, diamo massima priorità a un problema che conosciamo. Saranno i controlli a dirci le condizioni dell’ala. Il monitoraggio sarà costante» ha detto il direttore generale del Consorzio , Giuseppe Distefano.
A novembre sono stati ufficializzati gli incarichi per la progettazione e i controlli sulla seconda tranche di lavori previsti della Fase 1 degli interventi programmati con le risorse (55 milioni, si diceva) della Regione, entrata nell’occasione nella proprietà indivisa della Reggia. L’appalto di progettazione (incarico con base d’asta di 2 milioni di euro, assegnato per molto meno) riguarda tra l’altro il recupero completo Porta Villasanta, Porta Vedano, Porta Biassono e l’ex portineria della Villa reale come infopoint, il secondo lotto di interventi per le mura di cinta del Parco, il secondo importantissimo lotto per il restauro conservativo di Villa Mirabello, la conclusione di Cascina Fontana, la sistemazione dei muri dei Giardini reali e il restauro di Cappella ed ex Cavallerizze.
Cronoprogramma alla mano i primi cantieri a essere aperti dopo le procedure di gara degli interventi, saranno quelli delle mura di cinta da ottobre 2021 per un anno, ottobre 2022. Poco dopo l’inizio dei lavori partiranno le gare per gli altri restauri, a dicembre 2021, il che porta i nuovi cantieri a iniziare in gran parte a settembre-ottobre 2022. Ma questo piano non fa i conti con i ritardi quasi certamente accumulati.
I primi sarebbero stati quelli di Cascina Fontana, per 900 giorni di lavori, conclusione marzo 2025; la Cappella reale, alle quale occorrono 530 giorni di intervento, con termine marzo 2024, un anno prima; ancora meglio gli infopoint, per meno di un anno di restauri che li avrebbe dovuti portare a essere finiti a settembre 2023. Più tardi i recuperi di Villa Mirabello e Cavallerizze: la prima sarebbe dovuta andare sotto i ferri da marzo 2023 ad aprile 2025 (780 giorni di lavoro), le seconde da settembre 2023 a maggio 2025, l’ultimo cantiere che sarebbe dovuto essere chiuso tra quelli già programmati.