Trentadue giovani talenti premiati giovedì dall’Università Bicocca. Tra loro c’è chi studia per rendere più naturali le fotografie dei dispositivi informatici grazie all’intelligenza artificiale, chi ottimizza lo sfruttamento delle risorse idriche sotterranee, attraverso nuovi modelli numerici, chi pensa di trasformare in materiali antighiaccio biopolimeri come il chitosano, noto integratore naturale. In campo medico c’è chi studia per ottenere una medicina sempre più mirata ed efficace, riconoscendo i pazienti a rischio di resistenza ai farmaci.
Università, Giovani talenti: i premi
I progetti premiati (su 169 candidature) hanno ricevuto un diploma e un finanziamento alle loro attività di ricerca (5.000 euro al primo premio, 2.000 euro al secondo premio, e 1.000 euro ciascuno ai due terzi premi) per le diverse macroaree.
La premiazione ha visto la partecipazione del Rettore Marco Emilio Orlandi, di Roberto Zoboli dell’Accademia dei Lincei con la Lectio Magistralis “Immunità e infiammazione, dal cancro alla salute globale”, del professor Alberto Mantovani, Presidente Fondazione Humanitas per la Ricerca

Università, Giovani talenti: Jolanda Sarno e la ricerca sulla linfoblastica acuta
Sono ben 8 i progetti di ricerca in ambito medico che si stanno svolgendo nel campus di Monza. Tra questi Jolanda Sarno studia da circa 15 anni la leucemia linfoblastica acuta, la forma di cancro più comune nella popolazione pediatrica. Durante il suo percorso accademico come PhD student presso l’Università di Milano Bicocca e postdoc presso l’Università di Stanford in California, ha approfondito la conoscenza dei meccanismi che permettono ad alcune cellule tumorali di resistere ai trattamenti farmacologici, identificando nuove vulnerabilità tumorali che possono essere sfruttate per identificare strategie terapeutiche più efficaci.
Università, Giovani talenti: i progetti
Antonietta Greco invece utilizza le nanotecnologie per metodi terapeutici e diagnostici innovativi, Lucia Salvioni sviluppa nanoparticelle innovative, concepite per agire come sistemi di veicolazione di farmaci biologici.
Stefano Ciardullo dedica i suoi studi alla steatosi epatica, nota anche come “fegato grasso” è una condizione che colpisce circa un adulto su quattro. Ilaria Crespiatico ha identificato una mutazione chiave (SETBP1) che può scatenare malattie mieloproliferative con fibrosi midollare, e ha ricostruito le principali traiettorie evolutive dei tumori ottenuta analizzando i genomi di oltre 35.000 pazienti. Matteo Villa utilizza le tecniche avanzate di genetica per comprendere perché alcuni pazienti con tumore rispondono alle terapie mentre altri sviluppano resistenza. Michelle Giraud studia invece perché corpo e cervello collaborino insieme nel dare forma alle nostre emozioni e Martina Arioli analizza il sistema dell’attenzione fin dai primi mesi di vita di un bambino.