Triuggio: don Claudio Burgio con i giovani

Don Claudio Burgio ha incontrato i giovani di Triuggio: ha parlato agli adolescenti e alle loro famiglie a sei giovani della comunità Kayros oggi in misura cautelare.

Don Claudio Burgio ha incontrato i giovani di Triuggio. Il sacerdote è fondatore e presidente dell’associazione Kayrós che dal 2000 gestisce comunità di accoglienza per minori e servizi educativi per adolescenti e cappellano dell’Istituto penale minorile “Cesare Beccaria” di Milano. Martedì 10 maggio ha parlato agli adolescenti triuggesi e alle loro famiglie nel teatro dell’oratorio, accanto a lui sei giovani della comunità Kayros oggi in misura cautelare. Il più grande ha 18 anni, il più piccolo appena 16. La stessa età dei ragazzi seduti in platea.
«Lo scorso anno in Kayros c’era anche un ragazzo di Triuggio – ha esordito il religioso – Non è che qui siete immuni dal fare cavolate».

Don Claudio Burgio a Triuggio: «Le persone possono sbagliare ma restano persone»

Accanto all’attività pedagogica che lo vede impegnato quotidianamente con i ragazzi delle comunità don Claudio partecipa con regolarità a dibattiti ed incontri pubblici su temi sociali di attualità, su spiritualità, educazione, famiglia, tossicodipendenza, emarginazione giovanile.
«Da noi in comunità non ci sono membri di baby gang – ha spiegato il sacerdote – Una gang è un’organizzazione con un capo, questi sono gruppi di ragazzi che quando passano tutto il tempo in giro, fuori casa, finiscono per fare degli errori». Don Claudio ha sottolineato l’importanza di distinguere le persone dai loro reati.

«Le persone possono sbagliare ma restano persone – ha aggiunto – I ragazzi che sono qui con me oggi non sono perfetti, faranno ancora tanti casini, perché per il cambiamento serve tempo».

Come per Andrea Franzoso, autore di “Ero un bullo”, che per diventare educatore dopo un passato da rapinatore di banche ci ha impiegato 12 anni.
«Ognuno ha i propri tempi di crescita e la vita è lunga – ha detto don Claudio – Alcuni mi chiamano buonista, altri ingenuo. Credo che bisogna sempre guardare in là. Se vedo dei ragazzi intelligenti so che prima o poi capiranno che non vale la pena di compiere reati».