Nessuno meglio di Trenord, almeno in Italia. È questo in estrema sintesi il succo del pensiero dell’assessore a Trasporti e Mobilità di Regione Lombardia, Claudia Maria Terzi, in merito alla decisione del Pirellone di affidare per altri 9 anni il contratto di servizio del trasporto ferroviario regionale a Trenord. «Bisogna essere chiari – ha detto Terzi – ed evitare inutili demagogie. La gara per l’affidamento del servizio ferroviario non è né una panacea né un dogma e non è a priori una garanzia di maggiore qualità. Di fatto nessuna Regione ha svolto gare realmente contendibili. Non esistono in Italia soggetti sufficientemente strutturati in grado di subentrare a Trenord nella gestione di un servizio complesso come quello lombardo, nemmeno nell’ipotetico caso di una suddivisione in lotti. Ricordo che nemmeno Trenitalia potrebbe partecipare in quanto strettamente legata a Trenord di cui possiede il 50%. Le gare pro forma non servono a nessuno. Non è nemmeno certo che vi siano imprese ferroviarie estere concretamente interessate».
«Il contratto in essere – ha continuato l’assessore – scadrà alla fine del 2020. Noi puntiamo ad un affidamento diretto per il periodo 2021-2030 a condizioni migliori delle attuali, prendendo anche spunto dalle prassi che hanno adottato altre regioni in procedimenti analoghi. Avremo un anno intero per definire nei minimi dettagli ogni aspetto del nuovo contratto, costruendo una cornice in grado di tutelare il più possibile i viaggiatori».
«Trenord migliori»
Sulla stessa linea dei pendolari, invece, la richiesta presentata a Trenord di migliorare il servizio offerto: «Trenord deve fare un salto di qualità: nel 2019 – ha detto Terzi – si è verificato un miglioramento rispetto all’anno precedente. Ma certo non basta, siamo i primi a dirlo. Vogliamo che i lombardi e chiunque venga in Lombardia possa avere un servizio all’altezza: lavoriamo per questo. Regione investe molto, a cominciare dai 1,6 miliardi per i 176 treni nuovi che a partire da gennaio inizieranno a svecchiare la flotta di derivazione statale. Ne arriveranno un paio al mese perché questi sono i tempi tecnici di costruzione e consegna. La Lombardia sconta anni di mancati investimenti da parte dello Stato centrale, che gestisce la quasi totalità della rete attraverso Rfi e possiede la metà di Trenord attraverso Trenitalia. Anche quest’ultima non avrà più alibi: chiedeva un contratto lungo per fare investimenti, lo avrà e dunque agisca di conseguenza riservando alla Lombardia attenzione e risorse adeguate».
«E Rfi cambi passo»
«Sui problemi degli ultimi mesi hanno inciso in modo particolare le inefficenze di Rfi: la società di Fs deve decisamente cambiare passo – ha aggiunto Terzi -. L’infrastruttura statale in Lombardia è inadeguata e necessita di un deciso potenziamento: chi finge di non saperlo prende in giro i cittadini e lo fa solo per un tornaconto politico».