Tariffe uniche per il sistema di trasporto pubblico? Milano pressa, la Regione frena. E la Provincia di Monza e Brianza, intanto, mette nero su bianco perché converrà a tutti. Giovedì 24 gennaio la Regione in Commissione trasporti la giunta Fontana ha ribadito l’altolà al Comune di Milano: la contesa riguarda soprattutto Atm e il fatto che sia il capoluogo a incassare tutte le entrate del servizio in cui è presente la società.
Per l’assessore Claudia Maria Terzi, «quando si parla di tariffa integrata o di piano di bacino, non può funzionare» il fatto che “il servizio, al momento, in termini di riscossioni dei biglietti, è gestito direttamente dal Comune di Milano” si legge in una nota della Regione, che prosegue così: “In pratica, dunque, questo avrebbe significato un aumento delle tariffe con un ricavo solo per il Comune di Milano e una difficoltà per le società che eserciscono il servizio sui Comuni dell’hinterland”.
Lo stop investe anche la richiesta di Milano di aumentare a 2 euro il costo del biglietto urbano di Atm. «Cercheremo una formula per poter procedere autonomamente. Stiamo valutando i rischi» ha detto il sindaco di Milano Giuseppe Sala, per il quale è indispensabile «fare l’aumento, altrimenti non riusciamo a chiudere il bilancio, oppure dobbiamo sacrificare tutta una serie di servizi che sono primari per la città. Milano sta funzionando perché i servizi sono di livello» ha aggiunto definendo «assurdo» il fatto che vada chiesto il via libera della Regione.
“La Regione Lombardia ha l’interesse ad arrivare a una tariffazione integrata valida su tutto il territorio, senza forzare i tempi e, soprattutto, rispettando gli step tecnici, che, inevitabilmente, prevede questo nuovo sistema” dice comunque la Regione: “In modo che nessun cittadino possa essere penalizzato da eventuali aumenti che si potrebbero verificare su alcune tratte in seguito a un’introduzione non sufficientemente ragionata della tariffazione integrata”.
Le stime della giunta lombarda dicono che “con la tariffazione integrata, per quanto riguarda il ’venduto biglietti’, ci sarebbe un aumento del 10% su 3,2 milioni di biglietti, del 10/20% su 2,13 milioni di biglietti, del 20/30% su 835.000 ticket e del 30/40% su 435.000 biglietti, oltre a un aumento del 45/55% per 247mila abbonamenti mensili”. E ancora: gli utenti monomodali, cioè chi utilizza un solo mezzo, «avrebbero avuto rincari – ha detto l’assessore – che vanno dal 10 al 50% e questo per noi è assolutamente inaccettabile».
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«Sono numeri che non possiamo trascurare – ha detto Terzi – perché Regione Lombardia non avallerà in alcun modo aumenti di questo tipo per il servizio ferroviario. Non ci possiamo permettere di fare richieste del genere solo per le esigenze di un’Agenzia che fa una fuga in avanti. L’integrazione la faremo in modo da tutelare tutti».
Il presidente della Provincia di Monza, in mezzo al contrasto milanese, ha invece scritto ai sindaci che hanno aderito alla richiesta di tariffa unica, sostenendo la polemica sta “mettendo in discussione il lavoro fatto all’interno dell’Assemblea dei Sindaci per contribuire alla costruzione del Programma di bacino del TPL (trasporto pubblico locale, ndr), un documento che ha l’obiettivo di rivoluzionare il trasporto pubblico locale anche con l’introduzione di un nuovo sistema di tariffe”.
Invernizzi torna sull’opportunità della tariffazione unica e segnala piuttosto che “la mia richiesta di unirci ai Sindaci metropolitani per avviare a breve la sperimentazione del biglietto unico, rappresenta anche per il Comune stesso l’occasione di dare il via a quella manovra tariffaria che permetterà di ridurre il divario di costi oggi esistenti fra utenti dei servizi urbani di Milano, che spendono meno e hanno un servizio di miglior qualità, e utenti dei servizi interurbani, che oggi spendono di più per titoli cumulativi costosi e con integrazione limitata”.
La Provincia ricorda che ogni Comune appartiene una fascia a corona attorno a Milano e che ciascuna zona tariffaria è definita a distanza fisse di 5 chilometri, come fanno le ferrovie, e nel piano di bacino sono “previste agevolazioni significative, tra cui la assoluta gratuità per i ragazzi fino a 14 anni, sconti fino a 26 anni e oltre i 65 anni e una attenzione particolare alla fascia di reddito fino a €.6.000”.
Invernizzi fa un esempio: “Se da Arcore – compreso nella zona 6 – un cittadino deve raggiungere il capoluogo di Milano tutti i giorni l’abbonamento mensile integrato costerà 75 euro a fronte dei 71 dell’attuale abbonamento di Trenord che permette solo l’utilizzo del treno e di un mezzo urbano e a fronte dei 79-87 (a seconda dell’itinerario seguito) dell’attuale abbonamento cumulativo SITAM, che non consente l’uso del treno”.
Secondo il presidente MB le ricadute saranno sugli utenti occasionali, mentre per i pendolari sistematici il sistema garantirà vantaggi ed economie. “Secondo i calcoli fatti dall’Agenzia nell’attuale area SITAM (4,1milioni di residenti) la riduzione del costo dell’abbonamento riguarderà 2,3 milioni di residenti e sarà compresa fra il 10% e il 15%; 400.000 avranno un costo invariato mentre solo gli attuali utenti della rete di Milano avranno un costo aumentato del 10%”.