Tornare a leggere Dante senza paura: parola (e consigli) di Francesco Pizzagalli

Lo studioso caratese Francesco Pizzagalli e i suggerimenti su come tornare ad avvicinarsi alla Commedia di Dante senza paura: la lectio magistralis al Rotary Sedeca.
Il filosofo Francesco Pizzagalli al Rotary Sedeca col presidente Gilberto Chiarelli
Il filosofo Francesco Pizzagalli al Rotary Sedeca col presidente Gilberto Chiarelli Paolo Volonterio

Con una lectio magistralis svolta al Rotary Sedeca lo studioso e filosofo e già docente caratese Francesco Pizzagalli, ha offerto una lettura non accademica della Divina Commedia di Dante ai soci del club

«In occasione dei 700 anni dalla morte di Dante abbiamo assistito al susseguirsi di un fiorire di produzioni fatte da specialisti e non solo, di Dante, io mi limiterò -ha esordito- a dare qualche consiglio su come avvicinarsi alla lettura di un simile capolavoro. Ho pensato di suggerire i criteri con cui anch’io negli ultimi anni ho ripreso la lettura della Commedia. Questo anche perché tutte le volte che ho letto le opere di Dante ho sempre trovato qualche cosa di nuovo ed originale».

«Dante è il maestro e testimone di una visione della vita, della storia, della società che ha comunque permeato la nostra cultura e la nostra civiltà- ha continuato- nella storia della letteratura pochi altri autori spingono a guardare dentro sé stessi e a testimoniare la propria esperienza di vita come modello per la vita di ciascun uomo, in ogni tempo ed in ogni circostanza. Anzitutto non bisogna sottovalutare il fatto che Dante è uno dei padri fondatori del nostro paese. Ha saputo fondere i valori della civiltà dell’antica Roma con il messaggio cristiano. La romanità e la cristianità sono alla base della nostra cultura». Prima di essere uno stato, l’Italia fu una nazione, ha ricordato, prima di essere una nazione fu una lingua e una civiltà. Le altre furono nazioni politiche, la nostra fu una nazione culturale…«Abbiamo dato vita ad una identità di nazione coltivando l’arte, la scienza, la letteratura, la bellezza del paesaggio».

Nella sua esposizione ha affrontato un secondo elemento. «La Commedia racconta la vicenda interiore di questo uomo, le tre cantiche sono il racconto della storia della sua vita. Il momento dello smarrimento, quando si perde il senso di ciò che si è e che si fa, ma con la ragione e la capacità di chiedere aiuto si prende atto della propria miseria umana ed interiore, ed incomincia la risalita che è il momento in cui prendiamo consapevolezza del nostro limite e facciamo esperienza della capacità di perdonare; tale capacità ci apre le porte con l’incontro non con la felicità ma con la dimensione della beatitudine. Dante nella Divina Commedia racconta il viaggio della propria vita che vuole essere proposto ad ogni lettore. Un altro elemento che suggerisco per meglio comprendere la Commedia è il tema del libero arbitrio. La libertà dell’uomo di scegliere è un valore assoluto. Il tema della libertà è centrale nella Commedia. Il mondo che egli vide e raccontò nei suoi versi, la sua visione dell’uomo, della vita, della società, del potere, il desiderio prima e poi l’incontro con Dio attraverso la luce della fede, fanno ancora parte della nostra cultura».