Sulbiate ritrova un pezzo di storia Sant’Ambrogio torna a splendere

Torna a splendere la chiesetta di Sant’Ambrogio a Sulbiate. Sono finiti infatti i lavori di restauro degli affreschi, testimonianze del lavoro di botteghe pittoriche locali di sei, sette secoli fa. Anche se il cantiere non è del tutto terminato, è un passo di grande importanza storica e artistica.
La chiesetta dedicata a Sant’Ambrogio a Sulbiate
La chiesetta dedicata a Sant’Ambrogio a Sulbiate Letizia Rossi

Ci sono alcune date, nella lunghissima storia della chiesetta di Sant’Ambrogio, che sono rimaste scolpite nella memoria, oltre che sulla pietra dell’oratorio romanico. E tra queste, d’ora in avanti, ci sarà anche il 2013. Sono finiti infatti i lavori di restauro degli affreschi, testimonianze del lavoro di botteghe pittoriche locali, risalenti a sei, sette secoli fa. Anche se il cantiere non è del tutto terminato – mancano per esempio alcuni ritocchi all’esterno – si è conclusa, con la presentazione di sabato scorso, una fase dei lavori consistente e soprattutto di grande importanza storica e artistica, dopo gli interventi eseguiti negli

anni scorsi sulla struttura. Una piccola fabbrica del Duomo, quella di Sulbiate inferiore. Attorno al recupero dell’edificio di epoca romanica si sono concentrati negli ultimi vent’anni gli sforzi e l’impegno del gruppo culturale Sant’Ambrogio (oggi Amici di Sant’Ambrogio), che si è dato da fare con parecchie iniziative per raccimolare fondi da destinare ai lavori, con il sostegno della parrocchia e del comune.

Era il 1988, quando hanno cominciato, insieme all’associazione Don Mario Ciceri. Prima di loro, a preoccuparsi dello stato dell’oratorio era stato don Pietro Mandelli, che nel 1933 aveva acquistato la chiesetta dall’ospedale Sant’Anna di Como e avviato il cantiere, cercando – come si legge nei documenti dell’epoca – di rispettare lo stile e le pitture che si erano potute rinvenire sotto gli intonaci. Quella parte di restauro finì nel 1941. «Allora era la guerra, oggi la crisi, ma la generosità dei sulbiatesi ha replicato quel miracolo», ha detto lo storico sulbiatese Maurizio Leoni, raccontando le vicende della chiesetta, che guarda dall’alto via Enrico Fermi. Attestata fin dall’anno mille, all’interno di un complesso monastico delle benedettine (ecco perché gli affreschi – almeno quelli sopravvissuti che si possono ammirare oggi dopo il restauro – mostrano perlopiù storie di sante), la chiesetta, che all’epoca era di dimensioni maggiori, subì un drastico rimaneggiamento nel Seicento.

Fu in occasione della visita del cardinale Borromeo, che ordinò di demolire circa metà dell’edificio per costruire, con i materiali di risulta, la nuova chiesa parrocchiale di Brentana. «Gli affreschi sono di buona fattura e mostrano che sono stati realizzati da maestranze molto abili. Pur avendo uno spessore di soli cinque millimetri, che è il minimo di intonaco consentito per un affresco, sono sopravvissuti finora», ha spiegato Fulvio Baratelli, che ha curato il restauro. «Hanno un’importanza grandissima per Sulbiate – ha aggiunto il funzionario della soprintendenza Ilaria Bruno – e per tutta la zona».