Con il 2017 è cambiata la normativa per il trasporto in auto dei bambini, una delle categorie più a rischio in caso di incidente stradale. Spesso proprio perché non correttamente assicurati ai seggiolini omologati. Le novità vanno a modificare la normativa europea ECE R44, cui fa riferimento l’articolo 172 del Codice della strada italiano, che riguarda il trasporto di minori fino a 125 centimetri di altezza.
La novità maggiore riguarda il sedile senza braccioli, il cosiddetto rialzo, che dovrà essere obbligatoriamente munito di schienale. Lo scopo è fare in modo che le cinture di sicurezza fermino il bambino intorno alle spalle e al torace e non all’altezza del collo.
La nuova R44 è in vigore già da gennaio 2017, ma gli attuali sedili resteranno validi fino all’estate. Quando entrerà in vigore la modifica alla R129 (i-Size) che non consentirà più la vendita di seggiolini senza schienale. Farà decadere anche l’obbligatorietà del sistema Isofix per bambini da 100 a 150 cm, quindi i genitori potranno scegliere come fissare al sedile il sistema di ritenuta.
In Italia l’obbligo del seggiolino resta in vigore per i minori fino a 150 centimetri che “devono essere assicurati al sedile con un sistema di ritenuta per bambini, adeguato al loro peso, di tipo omologato”, dice il Codice della strada. Chi non rispetta la norma rischia una multa di 81 euro e la perdita di 5 punti sulla patente.
Secondo uno studio dello scorso ottobre, presentato in un convegno sull’argomento a Milano, la ricerca sistema Ulisse, ISS-MIT ha evidenziato come il “60% dei genitori italiani non usa il seggiolino auto per il proprio figlio, un dato che, distribuito su tutto il territorio nazionale, dice che il sistema di ritenuta è usato di più al Nord (61,80%), meno al Centro (42,20%) e decisamente poco al Sud (23,80%)”. Secondo un’indagine di Altroconsumo invece c’è un 33% di automonilisti non “allaccia tutte le volte il bambino per tragitti brevi, in zone con poco traffico, soprattutto se il bambino ha fra i 4 e i 7 anni (45%)”.