Seregno, sotto sequestro un cantiere comunale al Lazzaretto: botta e risposta tra Trezzi e Rossi

Il provvedimento giudiziario è stato portato alla luce dal segretario leghista. Il primo cittadino, in replica, ha ricondotto la causa ad un infortunio sul lavoro
Edoardo Trezzi, segretario locale della Lega, davanti al cantiere sequestrato

«Chiediamo risposte immediate da parte del sindaco Alberto Rossi e della sua giunta». Parole e musica di Edoardo Trezzi, segretario della Lega di Seregno, in merito al cantiere per la realizzazione di nuove case comunali in via Macallè, nella zona del Lazzaretto. «L’area -ha spiegato il leghista- è stata posta sotto sequestro dall’autorità giudiziaria, a conferma ancora una volta della totale inadeguatezza dell’amministrazione comunale nella gestione delle politiche abitative. Un duro colpo per i cittadini in attesa di alloggi, lasciati nell’incertezza più assoluta». La dose è stata quindi rincarata: «Passando di lì, ho notato il cartello di sequestro e sono rimasto senza parole: come si può abbandonare così un progetto tanto importante? I cittadini meritano rispetto, non abbandono! Quali sono i tempi per risolvere questa emergenza? Perché le case popolari sono state trascurate fino a questo punto? La nostra città esige una gestione più attenta e responsabile, specialmente quando si tratta di temi fondamentali come la casa ed il welfare sociale».

Via Macallè: un infortunio sul lavoro la causa del sequestro

Chiamato in causa, il sindaco Alberto Rossi ha chiarito: «Il cantiere di via Macallè è attualmente sotto sequestro in ragione di un incidente sul lavoro e dei successivi accertamenti da parte delle autorità competenti, come previsto dalle normative in vigore. L’amministrazione è ovviamente dispiaciuta per la persona coinvolta, cui augura una pronta ripresa, ma assolutamente estranea in questa vicenda. L’appalto è stato aggiudicato nel più totale rispetto dei requisiti previsti dalla legge. Auspichiamo che a valle di tutti i doverosi accertamenti, si possa concludere il prima possibile questa fase, così da riprendere l’attività del cantiere, con le settimane di lavoro che ancora mancano per la chiusura dell’opera». Il sindaco ha inoltre rispedito le accuse di Trezzi al mittente: «Qualsiasi riferimento alla gestione delle politiche abitative dell’amministrazione è dunque una speculazione fuori luogo: non solo non c’è nessun tipo di abbandono, ma anzi sui temi fondamentali dell’edilizia popolare, tra case sbloccate dopo lunghi anni di inagibilità (via Colzani, con il modello virtuoso del portierato sociale), nuove realizzazioni, lavori di manutenzione straordinaria in corso e nuove case confiscate alla criminalità organizzata acquisite a patrimonio immobiliare, arriveremo ad un aumento dell’offerta dell’edilizia residenziale popolare del 50 per cento superiore rispetto all’inizio del nostro percorso amministrativo. Uno sforzo con pochi precedenti, cui si aggiungono i risultati positivi dell’Agenzia dell’abitare inaugurata un anno fa, gli accordi per un nuovo modello di canone concordato (60 nuovi contratti in 14 mesi), gli interventi su tante criticità, morosi e cambi alloggi, bandi affitti con centinaia di migliaia di euro di nostre risorse e contributi di solidarietà».

Via Macallè: una storia che affonda le radici nella notte dei tempi

L’intervento per la realizzazione di nuove case comunali in via Macallè affonda ormai le sue origini nella notte dei tempi. L’avvio della progettualità, parte integrante del contratto di quartiere “Lazzaretto da vivere”, risale addirittura al 2010. L’iter burocratico è stato oltremodo difficoltoso e solo nel 2019 si è approdati all’assegnazione dell’appalto alla Frimat di Roma. Durante la pandemia da Covid 19, però, la società capitolina ha ceduto in affitto un proprio ramo d’azienda, chiedendo che l’onere dell’esecuzione dei lavori fosse trasferito alla ditta subentrante. Una richiesta che il comune di Seregno ha rigettato, avviando contestualmente la procedura per la rescissione del contratto, con escussione della polizza fidejussoria che la Frimat aveva garantito. A subentrare a quest’ultima è stata così la seconda classifica nella gara esperita in precedenza, la rete temporanea d’imprese tra la Seli Manutenzioni Generali e la Grosso di Monza. L’obiettivo è realizzare quaranta nuove unità abitative in due palazzine, in luogo di quelle prima esistenti ed abbattute. L’importo di spesa preventivato era di 3 milioni e mezzo di euro.