L’arcivescovo di Milano cardinale Angelo Scola ha inaugurato lunedì 8 settembre il nuovo anno pastorale con la Messa nel Duomo, gremito di fedeli. Il cardinale ha concelebrato con oltre 300 sacerdoti, il cardinale Dionigi Tettamanzi, il vescovo di Maroua (Cameroun) Bruno Ateba Edo, il vescovo di Abomey (Benin) Eugène Cyrille Houndékon, l’arcivescovo Oscar Rizzato (già elemosiniere pontificio) e il vescovo emerito di Monze (Zambia) Emilio Patriarca.
Nell’omelia Scola ha mostrato gli obiettivi del nuovo anno pastorale: “Il convenire a Milano di centinaia di migliaia di donne e uomini, da tutto il mondo, per riflettere su Nutrire il pianeta. Energia per la vita, muove la nostra libertà a prendere sul serio la proposta pastorale Il campo è il mondo per percorrere, da testimoni, tutte le vie calcate dall’uomo di oggi. I cristiani intendono offrire il loro contributo all’edificazione del nuovo umanesimo in Milano, vivendo e proponendo una vita per la giustizia”.
“Parlando di nuovo umanesimo non ci limitiamo ai temi della nutrizione materiale e spirituale al centro dell’Expo, ma siamo spinti ad affrontare il rapporto tra cultura e culture e quello del dono della fede considerata in se stessa ed in relazione ad ogni religione o mondovisione. L’europeo di oggi ha bisogno di un centro solido a partire dal quale interloquire con le molte forme di manifestazione culturale e religiosa presenti nelle nostre realtà. Dedicheremo al nuovo umanesimo una seconda Nota Pastorale, in occasione di Sant’Ambrogio”. Il Cardinale ha ribadito l’importanza della “comunità educante” (cui ha dedicato la Nota pastorale a giugno) spiegando che “vuole essere espressione specifica della Chiesa-comunione, così come vive nella nostra Diocesi”.
Al termine della celebrazione il cardinale Scola ha ricordato le missionarie uccise in Burundi, si è rivolto ai giovani e ha invitato a pregare per la pace nel mondo e per la difficile situazione italiana: «Dobbiamo dire la nostra vicinanza del tutto particolare ai nostri fratelli cristiani che sono esposti a particolare pericolo di vita per la loro fede e che hanno perso tutti i loro beni e sono sfollati in altre parti del mondo. A questo si aggiunge il dolore per la notizia dell’uccisione a Bujumbura, in Burundi, di tre missionarie Saveriane, una delle quali – suor Lucia Pulici – è nativa della parrocchia San Giorgio di Desio, nella nostra Diocesi. Siamo vicini e preghiamo insieme alle famiglie delle suore uccise, alle religiose e ai religiosi Saveriani. Dobbiamo imparare da loro: nel sangue dei martiri c’è la sapienza della nostra vita”.