Bottiglie d’acqua da un litro e mezzo, piatti, posate, bicchieri e vassoi monouso hanno fatto volare alle stelle i costi delle mense scolastiche di Monza: il Comune verserà a Sodexo Italia, che gestisce il servizio negli istituti cittadini, 633.540 euro in più rispetto a quanto previsto dall’appalto per coprire le spese sostenute per fornire i pasti nel rispetto delle norme anti contagio a bambini e ragazzi da settembre 2020 fino a giugno.
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La somma comprende sia l’acquisto di materiale usa e getta in sostituzione delle stoviglie in ceramica, sia i costi per il trasporto delle vivande dai centri cottura ai singoli plessi che quello per la riorganizzazione del personale impegnato per più ore in quanto gli alunni pranzano a turno nei refettori. Praticamente metà del conguaglio finirà nella spazzatura insieme alla plastica: solo da settembre a febbraio sono stati adoperati quasi 400mila vassoi del valore di 40 centesimi l’uno, circa 85mila kit composti da posate e bicchieri pagati sette centesimi, quasi 20mila bottiglie di minerale. All’elenco vanno, poi, aggiunte mascherine chirurgiche e detergenti per sanificare i locali: a conti fatti il Covid-19 ha fatto aumentare il prezzo di ogni pasto di 71 centesimi.
L’incremento non dovrebbe, però, ricadere sulle famiglie: «Sarà completamente a carico del Comune – assicura l’assessore all’Istruzione Pierfranco Maffè – i genitori e i ragazzi hanno già pagato abbastanza a causa dell’isolamento e della didattica a distanza».
Piazza Trento e Trieste ha tirato sul totale della fattura in quanto Sodexo Italia ha chiesto un’integrazione superiore a 800.000 euro: «L’azienda – aggiunge l’amministratore – non coprirà del tutto le perdite causate dalle sospensioni delle lezioni e dalle quarantene improvvise che le hanno impedito di utilizzare i prodotti freschi già acquistati».