Risse a Monza e Carnate, divieto di accesso alle aree urbane fino a due anni per 13 persone

Il questore di Monza ha emesso 13 Dacur nei confronti di altrettante persone tra i 21 e i trent'anni coinvolte in due distinte risse a Monza e Carnate
Controlli della Polizia a Monza

Arrivano i provvedimenti del questore di Monza Filippo Ferri nei confronti di 13 persone tra i 21 e i trent’anni, tutte indagate in stato di libertà, coinvolte in due differenti risse a Carnate, il 16 ottobre, e a Monza, nella notte dell’8 novembre. Emessi provvedimenti di DACUR – Divieto di Accesso alle Aree Urbane, misura di prevenzione personale che vieta ai destinatari di accedere o stazionare in determinate aree urbane, ritenute sensibili perché frequentemente teatro di episodi di degrado o turbative dell’ordine pubblico. L’inosservanza del divieto comporta sanzioni penali, con l’arresto da sei mesi a due anni e l’ammenda da 8.000 a 20.000 euro.

Le risse di Carnate e Monza: coinvolte tredici persone tra i 21 e i trent’anni

Riguardo all’episodio avvenuto a Carnate, nel pomeriggio del 16 ottobre, per strada, in via Libertà angolo via Petrarca, nei pressi di un minimarket, il provvedimento del Questore è stato destinato a otto persone. Sul posto, dopo numerose segnalazioni dei residenti, erano intervenuti i carabinieri della Compagnia di Vimercate, con il supporto del personale della Polizia Ferroviaria di Milano.

Gli altri cinque colpiti da Daspo, tutti stranieri, tra i 21 e i trent’anni, sono invece stati individuati da personale della Squadra Volante della Questura brianzola, nella notte dell’8 novembre, attorno alle 3, in piazza Giuseppe Garibaldi, a Monza, a seguito della segnalazione di una rissa in corso all’esterno di un esercizio pubblico. I poliziotti avevano identificato nell’immediatezza quattro persone “che presentavano evidenti segni di colluttazione” e la quinta era stata accompagnata al pronto soccorso per le lesioni subite.

Per tutti i 13 soggetti identificati è stato vietato l’accesso e la permanenza per un periodo compreso tra uno e due anni nelle aree del centro cittadino, in particolare nei locali pubblici e nei luoghi di pubblico trattenimento più esposti al rischio di episodi analoghi.

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