Qualità dell’aria: Monza per 56 giorni oltre i limiti, quinta peggiore in Lombardia

Sono saliti a 56 i giorni oltre i limiti di Pm10 registrati dalla centralina di Monza nell’anno 2022. Monza è la quinta peggiore della Lombardia.
Mappa qualità aria
Mappa qualità aria

Sono saliti a 56 i giorni di superamento dei limiti di Pm10 registrati dalla centralina di Monza nell’anno 2022. Erano stati 46 nel 2021 con quello che era stato promosso come “il miglior risultato” mai registrato. Monza è la quinta peggiore della Lombardia secondo i dati diffusi da Legambiente che certificano che “il 2022 si conferma l’ennesimo anno di cattiva aria” in regione “con pochissime variazioni rispetto ai precedenti”.

Qualità dell’aria: Monza per 56 giorni oltre i limiti, davanti Milano e Cremona

In peggioramento in testa alla classifica ci sono Milano (82) e Cremona (64). Il dato che emerge nell’analisi di Legambiente Lombardia sui dati Arpa sottolinea come “le due fonti prioritarie di emissioni” per “gli elevati livelli di particolato sospeso, siano il traffico automobilistico per Milano e le emissioni zootecniche per il capoluogo della ‘bassa’”.

Seguono poi Brescia (58), Lodi e Monza a 56, Pavia (53) e Como (37). Tutte sopra la soglia consentita dalla normativa europea di trentacinque giorni all’anno.
Bergamo è a 34 giorni e potrebbe “salvarsi” se le condizioni meteo degli ultimi giorni dell’anno favoriranno un ricambio d’aria.

Lecco, Sondrio e Varese, infine, con un numero di infrazioni compreso tra 14 e 20, sono in “zona salvezza”.

Qualità dell’aria: Monza per 56 giorni oltre i limiti, terza nella media annua di concentrazione degli inquinanti

Il rapporto arriva proprio nei giorni in cui in provincia di Monza sono scattate le misure antismog di primo livello per una striscia prolungata di giorni di superamento della soglia di 50 microgrammi per metro cubo del Pm10.

Monza è terza nella graduatoria delle medie annue di concentrazione di inquinanti: registra una media di 32,6 microgrammi/mc. Davanti ancora Milano (34,5) e Cremona (34,2).

La buona notizia è che nessuna città lombarda supera il valore soglia stabilito dalla normativa europea (40 microg/mc per le polveri sottili), quella cattiva è che nessuna città lombarda si colloca al di sotto dei valori di riferimento per la salute umana fissati dall’OMS (15 microg/mc)”, analizza Legambiente.

Qualità dell’aria: Monza per 56 giorni oltre i limiti, “le politiche in Lombardia sono a un punto morto”

«Le politiche per la qualità dell’aria in Lombardia sono ad un punto morto: significa che abbiamo smesso di aggredire le fonti emissive più importanti – dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente LombardiaUna condizione su cui la Lombardia vanta un insuperabile, quanto ben poco invidiabile, primato europeo per quanto riguarda i livelli di motorizzazione e i carichi di bestiame allevati nelle stalle: nulla di strano, dunque, se siamo una regione da record anche per quanto riguarda l’inquinamento generato, prioritariamente, da queste due fonti. Se vogliamo ambire a una dignitosa qualità dell’aria, occorre che venga avviata una nuova stagione di politiche ambientali, che portino da un lato ad una riduzione sostanziale del trasporto su gomma, e dall’altro ad una trasformazione strutturale dell’agricoltura lombarda, che deve diversificare le proprie produzioni per ridurre l’eccessivo carico zootecnico».

Qualità dell’aria: l’analisi di Legambiente

Nel periodo invernale anche la legna da ardere utilizzata per i caminetti e le stufe è una notevole fonte di inquinamento, soprattutto nelle valli alpine e prealpine.

«L’uso della legna da ardere e di altre biomasse legnose ha senso nelle località che sono in grado di auto-approvvigionarsi attraverso il prelievo sostenibile della materia prima, evitando che questa venga trasportata da lunghe distanze a bordo di mezzi molto inquinanti – conclude Meggetto – Inoltre, non deve essere tollerato laddove le condizioni climatiche invernali sono favorevoli all’accumulo di inquinanti, come avviene in tutta la Pianura Padana e nei fondovalle montani: la legna è senz’altro di una fonte energetica rinnovabile, ma il suo uso non deve assolutamente essere incoraggiato in contesti non appropriati, e deve in ogni caso avvenire all’interno di impianti tecnologicamente adeguati per minimizzare le emissioni inquinanti».