Procreazione assistita a Carate Brianza: i risultati dell’ospedale

I numeri, le tecniche e i percorsi per chi vuole ricorrere alle procedute nell'ospedale dell'Ass Brianza.
Da sinDa sinistra Silvia Malberti, Marco Manni, Margherita Agrati e Sara Consonniistra Silvia Malberti Marco Manni Margherita Agrati Sara Consonni
Da sinistra Silvia Malberti, Marco Manni, Margherita Agrati e Sara Consonni

Il centro di procreazione medicalmente assistita dell’ospedale di Carate Brianza è leader in Brianza. L’anno scorso in totale nella sala parto dell’ospedale sono venuti alla luce 1.100 bambini. Il punto nascita è una tassello fondamentale del  presidio di via Mosè Bianchi. Accanto ad esso opera, dal 2005, il centro di procreazione medicalmente assistita (Pma). Il fenomeno dell’infertilità, a livello nazionale, interessa il 15% delle coppie. Il centro di Carate – di primo livello – è l’ unico nel suo genere in tutta l’area della Brianza nord. I numeri del 2022 sono rilevanti: 100 inseminazioni intrauterine, con 15 gravidanze avvenute successivamente. Ogni anno sono circa 250 le prime visite.

Procreazione assistita: chi si rivolge al servizio

Un terzo delle coppie è di origine straniera: provengono per lo più dall’est e soprattutto da paesi arabi. A tutte loro è offerto un supporto di mediazione linguistica e culturale e un servizio psicologico. La fascia d’età delle donne che si rivolge alla struttura è compresa fra i 30 e i 45 anni. La probabilità di concepimento? È del 10% circa.

“L’attività dell’ambulatorio di patologia della riproduzione dell’ospedale di Carate – ha spiegato Sara Consonni, ginecologa responsabile del centro – prevede colloqui informativi sulle diverse opzioni di genitorialità; approfondimenti sulla salute riproduttiva della coppia, con proposta di interventi di prevenzione: test di screening come Pap test e test HPV, ecografia mammaria, visita andrologica, e indicazioni sull’importanza degli stili di vita e sulla nutrizione che possono avere un impatto sulla fertilità”.

Procreazione assistita: come funziona il servizio

L’équipe dell’ambulatorio segue il principio della gradualità del ricorso alle tecniche di procreazione assistita, al fine di limitare l’invasività tecnica e psicologica degli interventi, tenendo conto dell’età dei pazienti, dei dati emersi dalla valutazione clinica, delle eventuali cause dell’infertilità, degli anni di ricerca della gravidanza e della volontà della coppia. L’obiettivo è creare percorsi personalizzati.

“La fase di inquadramento diagnostico – ha aggiunto Marco Manni, direttore facente funzione dell’ostetricia e ginecologia dell’ospedale di Carate – prevede la collaborazione con altri ambulatori specialistici della struttura ospedaliera, come gli ambulatori di patologia benigna, isteroscopia e colposcopia, soprattutto se viene identificata una causa specifica di infertilità”. 

“I trattamenti prevedono – ha spiegato la ginecologa esperta di procreazione medicalmente assistita – l’applicazione di tecniche di primo livello, come l’inseminazione intrauterina in ciclo naturale con preparazione del liquido seminale e l’induzione farmacologica dell’ovulazione associata ad inseminazione intrauterina, oltre al monitoraggio ecografico dell’ovulazione, con e senza induzione farmacologica e rapporti mirati”. 

È di fondamentale importanza la gestione degli aspetti emotivi che caratterizzano il percorso di procreazione assistita, con offerta attiva e costante di supporto psicologico. Per informazioni è possibile telefonare al numero 0362 98.46.96 il lunedì, mercoledì o venerdì dalle 10 alle  12.