Processo Smile bis per Lady Sorriso: Canegrati patteggia per reati fiscali

Nel processo Smile bis Maria Paola Canegrati patteggia per reati fiscali. Lady Sorriso già al centro dello scandalo corruzione sui laboratori pubblici di odontoiatria per cui è stata condannata a 12 anni
Monza Maria Paola Canegrati
Monza Maria Paola Canegrati Fabrizio Radaelli

Patteggiamento a 3 anni, una volta perfezionato completamente il risarcimento di tutto il danno fiscale. Questo l’accordo raggiunto da Paola Canegrati, secondo quanto emerso venerdì all’udienza del processo “Smile bis”, celebrata davanti al gup Cristina Di Censo, e rinviata al 3 marzo. In questa data, il giudice dovrebbe emettere sentenza e chiudere la vicenda per quanto riguarda Canegrati, la donna al centro dello scandalo corruzione sui laboratori pubblici di odontoiatria (a partire da quello per l’ospedale di Vimercate), per il suo commercialista Giancarlo Marchetti e per un altro imputato coinvolto in reati di fatture false (anche questi due hanno scelto di chiudere col patteggiamento).


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Canegrati in questa tranche relativa a una serie di reati di natura fiscale ha scelto il patteggiamento, a differenza della prima tranche dell’inchiesta, conclusasi, per l’imprenditrice monzese della Servicedent, con una condanna in primo grado a 12 anni, al termine del giudizio ordinario, per reati che andavano dall’associazione a delinquere alla corruzione e alla turbativa d’asta.
La 53enne monzese era stata arrestata nel 2016, a seguito di un’indagine condotta dai carabinieri del Nucleo Investigativo del comando provinciale di Milano, e coordinata dal pm Massenz, che avevano alzato il velo su un “sistema corruttivo” nell’ambito dei contratti per l’odontoiatria pubblica negli ospedali lombardi, a partire, appunto, da quello di Vimercate. Canegrati, che come emerso dalle carte dell’inchiesta veniva soprannominata ‘Lady Sorriso’, è accusata di corruzione per aver fatto “incetta” di appalti grazie al suo “rapporto privilegiato” di conoscenza con l’ex presidente della commissione sanità in Regione per la Lega, Fabio Rizzi, e con il “portaborse”di quest’ultimo, Mario Longo. Rizzi e Longo hanno chiuso la loro vicenda processuale con il patteggiamento a due anni.