Per più di sei mesi è stato uno dei gialli più misteriosi e impenetrabili: il corpo di un uomo ritrovato semi sepolto e decomposto sotto meno di un metro di terra, accanto alle mura di un vecchio carcere e a pochi metri dalla compagnia dei carabinieri di Desio. Una sfida – anche investigativa – che ora è stata vinta. Per l‘omicidio di Omar Annaoui,– avvenuta nell’agosto scorso – è stato fermato un 35enne: I. S., 35 anni, cittadino marocchino. L’uomo è accusato di omicidio e occultamento di cadavere. Secondo i giudici del tribunale di Monza sarebbe stato lui a picchiare e strangolare fino a ucciderlo il 53enne suo connazionale.
Un’esecuzione spietata: finito con un tubo di gomma attorno al collo
Un’esecuzione spietata: prima lo avrebbe picchiato, colpendolo sul tronco e alla testa; poi gli avrebbe infilato un tubo di gomma attorno al collo e avrebbe stretto. Una morsa fatale, che gli avrebbe tolto il respiro, fino a soffocarlo e a ucciderlo. L’omicidio – sempre secondo la ricostruzione dei carabinieri di Desio – sarebbe avvenuto in un seminterrato dell’ex carcere: nel luogo, abbandonato da decenni, dove nei giorni successivi i militari ritrovarono tracce di sangue. Dopo averlo trascinato fuori dal penitenziario, il presunto l’assassino avrebbe cercato di nascondere il cadavere. Poche precipitose ore in cui avrebbe scavato una fossa – incurante del fatto che fosse a pochi metri dalla caserma dei carabinieri – e lì dentro avrebbe gettato il corpo, non curandosi nemmeno – nella fretta – di coprirlo completamente. Pochi giorni dopo i carabinieri, grazie alla segnalazione di un passante, hanno ritrovato il corpo di Omar Annaoui.
Decisiva la testimonianza di un passante che ha ritrovato il corpo semisepolto tra il granoturco
Ora, al termine delle indagini preliminari, coordinate dalla procura di Monza, il 35enne è stato fermato con un provvedimento di custodia cautelare in carcere Le indagini erano partite dalle dichiarazioni di una persona informata sui fatti, anch’essa di nazionalità marocchina, che ha consentito il rinvenimento del cadavere sepolto sotto meno di un metri di terra in un campo di granturco accanto all’ex carcere e alla caserna dei carabinieri. Era stato lui stesso a indicare il luogo dove era avvenuto il delitto: un seminterrato dell’ex carcere. A tradire l’assassino sarebbero state alcune tracce lasciate sul tubo di gomma usato per lo strangolamento. Il delitto sarebbe stato messo a segno alla notte tra il 22 e il 23 agosto ma il cadavere era stato rinvenuto solo lo scorso 27 agosto.
Sul posto anche i Ris di Parma: sotto sequestro l’ex carcere dove sono state ritrovate tracce di sangue
La vittima era stata identificata grazie ai riscontri dell’autopsia e ai rilievi del Ris di Parma e alle denunce di scomparsa presentate alle forze dell’ordine. Vicino al campo era stata rinvenuta anche una pala, forse utilizzata per scavare la fossa di fortuna dove poi l’uomo è stato sepolto. Il cadavere al momento del ritrovamento era in avanzato stato di decomposizione e in pessimo stato di conservazione anche a causa delle elevate temperature delle giornate estive di fine agosto. L’ordinanza di arresto del 35enne è stata firmata dal procuratore capo del tribunale di Monza, Claudio Gittardi, che ha coordinato le complesse indagini.