È stata una scelta obbligata, dettata dal silenzio di Pedemontana: con queste parole i sindaci della tratta B2 motivano la decisione di far causa alla società. Nei prossimi giorni il legale a cui si sono affidati i primi cittadini di Barlassina, Bovisio Masciago, Cesano Maderno, Lentate, Meda e Seveso metterà a punto la strategia da seguire: quel che è certo è che gli amministratori locali puntano il dito contro il mancato rispetto dell’accordo di programma del 2007 e del cronoprogramma da parte dell’azienda che, già da gennaio, avrebbe dovuto prendere in carico i 9,5 chilometri della tratta brianzola della Milano- Meda. «Dopo tutte le revisioni del progetto, sempre al ribasso – commenta Gigi Ponti, sindaco di Cesano e presidente della Provincia – nessuna delle date indicate nei documenti è stata rispettata». Il mancato adeguamento della superstrada, accusano i sindaci, renderà invivibili i sei comuni a partire da martedì 5 novembre quando sarà aperto il tratto tra Lomazzo e Lentate: il traffico, che si aggiungerà a quello della Milano-Meda, bloccherà la superstrada per poi disperdersi nei centri abitati.
La decisione
«Abbiamo atteso le risposte che ci erano dovute per troppo tempo – precisa Ponti – ma le risorse e gli interventi promessi sono ancora sulla carta e ora ci troviamo davanti al fatto compiuto. Non ci resta che ricorrere all’ultima via a disposizione: l’azione legale. Ci eravamo appellati anche al buon senso del presidente Maroni per impedire questa operazione: da giovedì Pedemontana sarà un’autostrada che a Lentate riversa tutto il traffico su un tratto di ex statale obsoleto, senza manutenzione e senza nessuna opera di compensazione tra quelle previste».
I sindaci, oltretutto, in due giorni hanno incassato una doppia delusione: mercoledì, dal Collegio di vigilanza, non hanno ottenuto alcuna garanzia sulla prosecuzione del progetto e giovedì, dopo essere stati convocati in Regione, non sono stati ascoltati dall’assessore alle Infrastrutture Alessandro Sorte.
«Il dato vero – commenta Ponti – uscito dalla riunione è quello che tutti sapevano, ma nessuno ammetteva: non esiste un cronoprogramma e non esistono i soldi per Pedemontana. Ci è stato comunicato che, dopo che sarà pubblicato il decreto di defiscalizzazione degli investimenti, la società avrà un anno di tempo per reperire le risorse dalle banche». «In questo momento – conclude il sindaco di Cesano – esiste solo un’intenzione di realizzare l’intero tracciato che, nella migliore delle ipotesi, sarà effettuato a pezzi».
L’assenza di Sorte all’incontro, peraltro chiesto nel 2014, è stigmatizzata dai consiglieri regionali del Pd Laura Barzaghi ed Enrico Brambilla: alla riunione, ricordano, la maggioranza era rappresentata solo da Mauro Piazza di Ncd. «Si è trattato – incalzano – di uno sgarbo istituzionale. Chiederemo che la giunta Maroni si assuma impegni precisi in aula».
L’accusa di Vimercate
Un’assenza che ha mandato su tutte le furie Paolo Brambilla, sindaco di Vimercate, che parla di «offesa graze». E racconta: «Siamo finalmente stati invitati nella apposita commissione del Consiglio Regionale per potere portare le preoccupazioni dei nostri cittadini sul percorso di costruzione della Pedemontana – ha sbottato su facebook -. Un incontro che avevamo chiesto a luglio 2014 (non è un errore, luglio 2014!). Non si tratta di essere favorevoli o contrari all’opera, si tratta di accompagnare un cantiere che durerà più di 10 anni, sapendo che per verificare la copertura finanziaria del capitale privato per la tratta che da Vimercate arriverà a Osio, per fare un esempio, si dovrà aspettare dicembre 2019 e che nel frattempo man mano che avanzerà verrà aperta gettando su una rete di strade provinciali e comunali inadeguate i flussi che deriveranno da tratti autostradali».
Per il sindaco «il rischio del collasso è forte, chiedevamo solo di avere informazioni e che le nostre preoccupazioni fossero ascoltate, anche per fugarle magari. O comunque perchè il Consiglio regionale le tenesse in considerazione per assumersi consapevolmente la resposabilità di prendere decisioni in merito al coordinamento delle arterie di viabilità di tutto il sistema, autostradale, provinciale, comunale».
Ma, racconta Brambilla, «il risultato è stato surreale. In commissione c’eravamo solo noi sindaci, a dire le cose che da soli ci diciamo da tempo, unici interlocutori alcuni consiglieri da contarsi sulle dita di una mano, assente l’assessore, assenti tutti i consiglieri del centrodestra e della Lega, salvo il Presidente di Commissione. Erano usciti un attimo prima, quando avevano finito di dialogare con loro i vertici di Cal e di Autostrada Pedemontana. Quelli sono gli interlocutori che contano per loro, per chi governa e sta in consiglio a supportare la Giunta Maroni. Noi sindaci non contiamo nulla, neppure la dignità di un ascolto. Una vergogna istituzionale che non ci fermerà».