E’ stato arrestato a Paderno Dugnano il pirata della strada che il 9 agosto ha investito e ucciso il piccolo Mohanad Moubarak a Milano. L’uomo, Nour Amdouni, 20 anni, gravato da una lunga serie di precedenti penali anche recenti, è stato fermato mentre si trovava nell‘abitazione padernese della fidanzata, che gli aveva dato rifugio e assistenza subito dopo i fatti. Quel martedì prima di ferragosto non si era fermato dopo avere travolto l’11enne in sella alla sua bicicletta. E aveva fatto perdere le proprie tracce, finendo la sua fuga a Paderno Dugnano dove aveva ricevuto la prima accoglienza da parte di una persona alla quale è legato da questioni affettive.
Paderno: arrestato il pirata della strada e le indagini della Polizia Locale
E’ stata la Polizia locale milanese a dirigere e a chiudere l’indagine con il fermo, avvalendosi delle immagini delle telecamere e delle testimonianze di presenti al momento dell’impatto. In base ai rilievi, il maghrebino sprovvisto di patente, che non ha mai conseguito, viaggiava a una velocità non inferiore a 90 chilometri l’ora circa, lungo quel tratto di via Bartolini dove è avvenuto l’incidente, dove il limite massimo è 50 orari. Ora si trova in carcere, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip su richiesta della Procura di Milano. L’arrestato è ora indagato per omicidio stradale e fuga: alla guida di una Smart percorreva a velocità molto alta via Bartolini in direzione piazza Prealpi, e subito dopo aver superato il semaforo di viale Monte Ceneri aveva travolto e ucciso il piccolo Mohanad, che era in sella alla sua bici e procedeva in senso opposto.
Paderno: arrestato il pirata della strada e la Procura
Dopo l’impatto, spiega in una nota la procura, non si è fermato e si è dato alla fuga senza nemmeno rallentare. Guidava senza patente, con la gamba sinistra ingessata e in stato di alterazione psico-fisica dopo avere assunto sostanze stupefacenti. Per una decina di giorni, la Locale milanese aveva lavorato all’indagine, incrociando le informazioni visibili nelle immagini riprese dalla video sorveglianza stradale e dei locali che hanno le loro vetrine lungo via Bartolini, subito dopo il semaforo di via Monte Ceneri. La Procura comunque definisce senza mezzi termini “folle” la velocità della Smart. C’è poi l’aggravante dell’alterazione da sostanze stupefacenti, che probabilmente ha spinto il pregiudicato ora accusato di omicidio stradale, a non rallentare la propria corsa tentando di far perdere le proprie tracce, mentre il piccolo Mohanad rimaneva sull’asfalto in attesa dei soccorsi. Soccorsi che quel 9 agosto non sono valsi a salvargli la vita.