Muggiò: altro che stella Michelin, la garanzia del gusto è mamma in cucina

Ci sono ancora ristoranti in Brianza segnati sull'agenda di camionisti, operai e impiegati. Con garanzia di autenticità.
La squadra del Country bar di Muggiò
La squadra del Country bar di Muggiò

In un tempo non troppo lontano, quando “menù fisso” era sinonimo di certezza e non di noia, le trattorie erano la spina dorsale dell’Italia a pranzo. E a Muggiò, tra rotonde capricciose e capannoni nostalgici, resiste un piccolo baluardo della tradizione. Una trattoria a gestione familiare che è un vero monumento al pasto decoroso, onesto e senza fronzoli. Di quelle dove non servono stelle Michelin, ma bastano quelle dei camion in sosta fuori dalla porta.

Muggiò: la gestione familiare del Country bar

Country bar di via Pavia, è l’indirizzo. Francesca, la cuoca e Ciro il marito, sono i due custodi che portano avanti l’orgoglio della tradizione culinaria italiana del “popolino” che lavora, produce e deve stare attento al portafoglio senza detrimento della qualità. La figlia Valeria è più di una spalla che dà una mano. E’ il motorino della situazione. Fosse un calciatore sarebbe sicuramente un centrocampista campione del mondo come Lele Oriali (così andiamo a pari con il papà Ciro tifoso del Napoli…). Qui ci si siede senza prenotare con l’app, si ordina con un sorriso e si mangia con gusto. Il menù? Cambia ogni giorno, come l’umore della cuoca, ma non delude mai. Primi abbondanti, secondi con contorno (vero), caffè, acqua, vino e un conto che sembra stampato con la lira. Il tutto in un’atmosfera familiare che sa di tovaglia a quadretti.

Muggiò: dove i camerieri ti chiamano per nome

A frequentarla non sono gli influencer, ma quelli che il territorio lo fanno girare davvero: camionisti con l’orologio sincronizzato sul primo piatto, operai col caschetto appeso alla sedia, impiegati che per un’ora dimenticano il mouse e si riconciliano con l’universo grazie ad una pastasciutta che sa di mamma. In una Brianza dove anche il panino ha l’ufficio stampa e le insegne si chiamano “Food Lounge”, questa trattoria è rimasta sé stessa: schietta, onesta, autentica. Un ultimo baluardo di sapori e umanità che non pretende di stupire ma riesce, ogni giorno, a far tornare i clienti. Non per moda, ma per fame. E affetto. Perché qui a Muggiò, tra una costoletta e un bicchiere di vino della casa, si scopre che la vera stella Michelin è una mamma in cucina e un cameriere che ti chiama ancora per nome…

L'autore

Marco Pirola fu Arturo. Classe 1962, quando l’Inter vinse il suo ottavo scudetto. Giornalista professionista cresciuto a Il Giornale di Montanelli poi approdato su vari lidi di carta e non. Direttore del settimanale L’Esagono prima e di giornali “pirata” poi. Oggi naviga virtualmente nella “tranquillità” (si fa per dire…) dei mari del sud come direttore responsabile de Il Cittadino.