Morto di stenti a Mauthausen, a Bellusco la pietra d’inciampo per Alessandro Fumagalli

Deportato nel 1944 nel campo di concentramento è morto il 30 aprile 1945 di stenti, fame, malattia. Il sindaco: «con questo gesto riportiamo a casa un nostro concittadino. Lo riportiamo alla sua abitazione in via Dante 2».
Bellusco: pietra inciampo
Bellusco: pietra inciampo Marco Testa

Si è svolta giovedì 27, in mattinata, la cerimonia per la collocazione della pietra di inciampo in memoria di Alessandro Fumagalli, cittadino belluschese deportato nel 1944 nel campo di concentramento di Mauthausen e morto il 30 aprile 1945 di stenti, fame, malattia.

Il sindaco Mauro Colombo, i rappresentanti del Gruppo di lavoro per le solennità civili, i rappresentanti di Anpi e Gruppo Alpini Bellusco hanno accolto nella piazza del Municipio le 4 classi terze della scuola secondaria di primo grado. L’istituto ha infatti partecipato al percorso legato alla pietra di inciampo e al Giorno della memoria con approfondimenti autonomi in classe e con un incontro con i rappresentanti del Gruppo per le solennità civili, martedì 25 gennaio, per conoscere più nel dettaglio la nascita del progetto a Bellusco.

Durante la cerimonia il sindaco ha ribadito ai giovani studenti e ai presenti che “con questo gesto riportiamo a casa un nostro concittadino. Lo riportiamo alla sua abitazione in via Dante 2, perché da quella casa è partito e mai più tornato. Quest’occasione è un punto importante di partenza per approfondire la nostra storia, interrogarci e fare memoria”.

Dal municipio il corteo si è poi spostato in piazza Fumagalli, angolo con via Dante, nel luogo dove abitava Alessandro Fumagalli, sopra quella che è oggi la sede della Deutsche Bank, e la cerimonia è poi proseguita con il posizionamento della pietra all’inizio di via Dante dove stato affisso anche un pannello esplicativo.

Per l’intera giornata sono state posizionate anche sagome di figure umane in legno, appositamente create per l’occasione da Mo.Wa, azienda del legno di un cittadino belluschese, che indicano ai passanti la pietra, il pannello, quel luogo diventato da oggi “monumento alla memoria”. Le sagome resteranno nella piazza per alcuni giorni.