Aveva raccontato al marito che sarebbe andata in vacanza con il figlio di due anni per un breve periodo in Russia, ma quello che doveva essere un soggiorno temporaneo nella sua terra di origine si è trasformato in un approdo definitivo. Il bambino è come se fosse svanito nel nulla, sottratto al padre da quello che, secondo il racconto fornito alle autorità, sembra essere davvero un clamoroso intrigo internazionale. Sì perché i protagonisti del presunto sequestro del piccolo sono dei ricchissimi russi, un oligarca a capo di una famiglia molto prestigiosa in Russia. Una famiglia potente che avrebbe deciso di riportare a casa la figlia e il nipotino, togliendolo alle attenzioni di un padre che ora sta vivendo nella disperazione e che conta sulla giustizia per poter riabbracciare il suo bambino, finito in Russia nel periodo di Natale del 2015.
In tribunale
Una storia dolorosa che è finita in tribunale a Monza, della quale si tornerà a discutere nelle prossime settimane. Intanto martedì mattina si è tenuta la prima udienza: sul banco degli imputati sono finiti la mamma del piccolo e i genitori di lei. La famiglia, in concorso di reato, è accusata di sequestro di persona e di sottrazione di minore. Una storia i cui contorni potranno essere chiariti con maggiore precisione durante il dibattimento che prenderà il via nei primi mesi dell’anno prossimo.
In una villetta a Monza
Alcuni aspetti della vicenda sono già emersi. In particolare secondo la ricostruzione della Procura, sulla base degli elementi forniti dall’avvocato di parte civile del papà, la famiglia viveva serenamente in una villetta a Monza. Era una famiglia come tante altre con una quotidianità nella norma. Apparentemente non c’era alcun tipo di problema, ma durante il periodo natalizio qualcosa va storto. A un certo punto, infatti, la mamma del piccolo decide che è ora di cambiare aria e di tornare in Russia. Una decisione probabilmente sostenuta anche dai genitori che secondo l’accusa avrebbero avuto un ruolo chiave nel piano di fuga della donna. Sempre secondo l’accusa, infatti, i due genitori della russa avrebbero architettato un artificio per raggirare il marito: mentre la donna stava svuotando il proprio armadio, i genitori lo avrebbero riempito in maniera fittizia per non far nascere sospetti. A un certo punto il soggiorno in Russia si è prolungato sempre di più fino a quando non si è saputo più nulla del piccolo. La donna e il bambino non hanno fatto più ritorno a casa a Monza. Qualche mese fa le autorità avevano cercato a Portofino di salire a bordo di un enorme panfilo della famiglia russa per recuperare il bimbo, ma l’operazione non aveva avuto un buon esito.