Con la simpatia e la spontaneità che la contraddistinguono Deborah Compagnoni ha aperto mercoledì sera la serie di incontri della ventunesima edizione di “Monza Montagna”, la kermesse di sport, cultura e tradizione dedicata alle vette, organizzata dalle nove società alpinistiche monzesi. Ad accoglierla la sala Chaplin del teatro Binario 7 in versione “sold out”. La campionessa valtellinese, stimolata dalle domande delle moderatrici Marta Trucco e Francesca Priori, ha raccontato alcuni aneddoti contenuti nel suo libro “Una ragazza di montagna”, ha ripercorso alcune tappe della sua straordinaria carriera e ha lanciato uno sguardo sulle prossime Olimpiadi Milano Cortina 2026 delle quali è “Ambassador”.
Monza Montagna, tutto esaurito per Deborah Compagnoni: ambassador di Milano Cortina 2026
«Un ruolo – ha spiegato – per trasmettere i valori unici dei Giochi olimpici, che saranno un’opportunità per le nostre regioni, dato che questa edizione vede coinvolti molti territori. Mi auguro che saranno delle belle Olimpiadi. Dal punto di vista tecnico, l’organizzazione di una gara olimpica non è diversa da quelle di Coppa del mondo, le piste sono le stesse e per questo sono sicura che faremo bene. Probabilmente non tutte le infrastrutture saranno pronte ma, una volta ultimate, resteranno per chi verrà dopo».
Monza Montagna, tutto esaurito per Deborah Compagnoni: tre Olimpiadi da atleta
Compagnoni ha preso parte a tre Olimpiadi da atleta: ad Albertville nel 1992, a Lillehammer nel 1994 e a Nagano nel 1998. Ai Giochi di Torino 2006 è stata tedofora. La prima Olimpiade non si scorda mai a partire dalle fasi iniziali: «Il giorno della partenza per Albertville non mi sono fatta trovare – racconta – mi sono rifugiata da mia nonna. Il pullmino mi aspettava e io non arrivavo. È stato mio fratello a scovarmi».
Compagnoni vinse uno straordinario oro nel Supergigante «ma il giorno dopo mi ruppi il ginocchio. In carriera ho avuto diversi infortuni seri, ma sono contenta di essere diventata un’ispirazione e uno stimolo per tante persone in difficoltà che, vedendomi, hanno trovato la forza di ripartire». Compagnoni si sente in toto “Una ragazza di montagna”.
Monza Montagna, tutto esaurito per Deborah Compagnoni: il rapporto con le sue origini
«La montagna mi ha plasmato dentro e fuori: è la mia vita. Senza la montagna non avrei mai avuto la mia carriera». Compagnoni ha messo per la prima volta gli sci a due anni e mezzo. Sin da bambina ha aiutato i genitori nella gestione dell’albergo di famiglia: «Ricordo le giornate “premio” nelle quali seguivo papà, guida alpina, che accompagnava i clienti e i turisti sulle nostre montagne».
Il suo talento si è manifestato sin da giovanissima. «In passato a fare da apripista alle gare venivano chiamati i ragazzi degli sci club. Nel febbraio del 1985 toccò a me per le gare dei Campionati mondiali che si svolsero a Bormio. In una delle prove caddi e ruppi gli sci. Avevo solo quelli e non sapevo più che cosa fare. Papà ne chiese in prestito un paio alla squadra svizzera che soggiornava nel nostro albergo. Erano bellissimi: li calzai e scesi in pista. Mi dissero che il mio tempo era migliore di quello di alcuni atleti iscritti alla gara».
Monza Montagna, tutto esaurito per Deborah Compagnoni: Gruppo Alpini per il Comitato Verga
Nel corso della serata il Gruppo Alpini Centro ha consegnato al Comitato Maria Letizia Verga, di cui Compagnoni è grande amica e sostenitrice, un assegno, frutto del ricavato della castagnata benefica organizzata in piazza Roma lo scorso 25 ottobre.