A chi tocca raccogliere da marciapiedi e parchetti le deiezioni dei cani nel tentativo di individuare chi sparge impunemente il materiale organico per tutta Monza? È l’interrogativo su cui lunedì si è arrovellato per un paio d’ore il consiglio comunale. Il quesito, rimasto senza risposta, non è da poco conto dato che il recupero dei ricordini è l’elemento fondamentale per risalire a chi deturpa la città: la discussione è stata innescata dal leghista Roberto Canesi che, con una mozione ispirata da Marco Negrini di Noi con Allevi, ha suggerito alla giunta di valutare il rapporto costi-benefici dell’aggiornamento dell’anagrafe canina tramite la registrazione del dna che, come avviene per ogni delitto, permetterebbe di incastrare i colpevoli.
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«L’analisi del dna – ha spiegato – verrebbe pagata dalle persone sanzionate», ma la creazione del database costerebbe parecchio. Il sistema, ha fatto notare il democratico Egidio Longoni, funziona in comuni molto più piccoli di Monza in cui sono coinvolte le aziende che spazzano le strade. «Il nuovo bando per la raccolta dei rifiuti – ha aggiunto – non prevede un’attività simile. La proposta è difficilmente applicabile in quanto richiederebbe investimenti seri per Gev e Polizia locale» e intransigenza nel fare rispettare le nuove regole.
Paolo Piffer di Civicamente ha invocato più aree cani e più cestini in cui deporre le deiezioni mentre secondo Nicolas Monguzzi della Lista Allevi l’operazione Dna potrebbe essere finanziata con una pet tax da imporre a chi acquista un cane e da riscuotere ogni anno. La trovata vessatoria è stata subito scartata dal resto dell’aula: «Nessuno – ha protestato Marco Lamperti del Pd – adotterebbe più gli animali abbandonati. Sarebbe meglio uno sgravio fiscale» per chi cerca al canile un amico a quattro zampe.
«Il tema è scivoloso – ha ironizzato Negrini – nelle vie Dante, Volta e Grossi c’è un’emergenza sanitaria e di decoro. A Monza stiamo perdendo questa battaglia» a causa della mancanza di educazione dei proprietari dei cani.
Qualche multa potrebbe far riscoprire il senso civico: i vigili, ha suggerito Alberto Mariani del Grande Nord, dovrebbero fermare chi porta a spasso i cani e punire chi è sprovvisto del kit per raccogliere le deiezioni. La mozione è passata con i voti a favore della maggioranza, di Civicamente e dei pentastellati e l’astensione del centrosinistra nonostante le perplessità dell’assessore all’Ambiente Martina Sassoli: «Non sarà – ha commentato – la banca del Dna a fare la differenza, ma l’educazione».