La vaccinazione è indispensabile nella lotta alla pandemia e per proteggere le persone più fragili: l’assessore alle Politiche sociali Désirée Merlini giovedì 23 aprile lo ha affermato in modo netto in consiglio comunale con la voce increspata dall’emozione.
In un intervento toccante ha spiegato il motivo per cui, in un’intervista pubblicata martedì, appellandosi alla privacy non ha chiarito se come medico di base si è sottoposta al vaccino: ha «una neoplasia non bella ma sicuramente curabile» che per ora non le consente di ricevere la dose. «Avrei preferito – ha precisato – comunicarlo in un altro modo ai miei amici e ai miei pazienti» ma ha risposto pubblicamente alla «macchina del fango» scatenata sui social anche da alcuni esponenti dell’opposizione.
«Mi sono adoperata – ha ricordato la Merlini – perché sul territorio ci fossero le condizioni per garantire la vaccinazione a tutti i monzesi, lo scorso fine settimana con altri 15 colleghi di medicina generale ho effettuato 143 vaccinazioni a domicilio e confermerò il mio impegno volontario non appena Ats» metterà a disposizione altre dosi.
Gli autori degli attacchi online, ha commentato Marco Negrini della civica Noi con Allevi, hanno «strumentalmente ignorato il suo impegno come medico vaccinatore. È vero che non potevano sapere, ma c’è un diritto alla riservatezza che il ruolo pubblico non spazza via. Facciamo lo sforzo a maturare una maggiore sensibilità». «Ho saputo solo pochi giorni fa – ha rivelato il sindaco Dario Allevi – della sua malattia perché Desy non voleva farmi preoccupare: pensa sempre prima agli altri che a sé e questo la rende unica».
L’appello a una maggiore sensibilità non è stato accolto da tutti: alcuni consiglieri di minoranza hanno espresso solidarietà all’assessore ma, senza la delicatezza che la situazione avrebbe richiesto, hanno puntato il dito sull’ambiguità di alcuni passaggi dell’intervista che potrebbero infondere dubbi sulla sicurezza dei vaccini.