In corso Milano a Monza l’infrazione è ancora all’ordine del giorno. Malgrado oltre un anno fa sia stato prolungato il guardrail centrale, le inversioni e le manovre azzardate proseguono. Con il rischio non solo di causare qualche incidente ma di investire anche i pedoni che attraversano lontano dalle strisce.
La viabilità, stravolta con la rivoluzione in largo Mazzini, se da un lato ha velocizzato lo scorrimento del traffico diminuendo le infinite code al semaforo, dall’altra ha peggiorato la vita per tanti residenti del centro storico.
Ancora oggi in molti continuano a effettuare inversioni non appena i paletti divisori finiscono. In barba al pericolo e agli ausiliari della sosta. Sono serviti a poco o a nulla gli interventi apportati dall’assessore Paolo Confalonieri come l’apertura della via Falcone e Borsellino alle automobili.
Il problema resta: chi da corso Milano deve andare sulla via Manzoni deve fare il giro dell’oca. Le alternative sono due: svoltare in via Arosio, passare davanti alla stazione, attraversare il ponte, arrivare alla rotonda davanti al Binario 7 e poi ritornare verso largo Mazzini. Oppure per chi conosce meglio le vie cittadine girare in via Cairoli, imboccare la via XX Settembre in direzione di via Marsala, svoltare in via Falcone e Borsellino e quindi girare in corso Milano in direzione largo Mazzini.
Oppure, come sempre in molti continuano a fare, arrivati alla fine dei paletti fare l’inversione con manovre che spesso rallentano anche il traffico.
Difficile trovare una soluzione, soprattutto dopo la chiusura al traffico della via Gramsci. I residenti sono tornati finalmente a respirare dopo aver vissuto per anni in una sorta di camera a gas, ma al tempo stesso ritornare a casa per molti è diventata un’impresa. La richiesta di un ingresso privilegiato solo per i residenti sollecitato un anno fa alla fine è decaduto.