Monza, funerale di Davide Cattaneo, l’arciprete: “Noi vittime della disonestà”

Monsignor Marino Mosconi replica alle polemiche: "C'è chi ha voluto trasformare una funzione religiosa in un atto politico. Il funerale è un gesto di pietà, è irrispettoso e disonesto usare la chiesa in questo modo per far passare messaggi politici per di più proibiti dalla legge
La bandiera con il simbolo neofascista che ha avvolto la bara di Davide Cattaneo, nel Duomo di Monza

Ha suscitato polemiche il funerale nel Duomo di Monza dello storico camerata Davide Cattaneo, 68 anni, fondatore di Avanguardia Nazionale, morto nei giorni scorsi in Scozia dopo una vita trascorsa all’estero. A suscitare discussioni è stata la presenza di una bandiera a due aste (ispirata a quella delle Ss naziste), con la runa di Odal, simbolo dell’organizzazione neofascista, disciolta nel 1976 in virtù della legge Scelba, ai piedi della bara e poi appoggiata sul duomo di Monza. Presenti sulle panche un centinaio di nostalgici, per lo più attempati e veterani della destra radicale. A dare il via allo scontro è stata l’Anpi, seguita da Sinistra Italiana. Ma monsignor Marino Mosconi, arciprete di Monza, ha subito preso le distanze: «Siamo stati vittime della disonestà di chi ha voluto trasformare una funzione religiosa in un atto politico. Il funerale è un gesto di pietà, è irrispettoso e disonesto usare la chiesa in questo modo per far passare messaggi politici per di più proibiti dalla legge».

Non usa mezzi termini monsignor Mosconi e fornisce anche una spiegazione di come in realtà sono andati i fatti. Il funerale del sessantottenne, morto in Scozia lo scorso 4 luglio, si è svolto nella basilica monzese il 12 luglio. «Mi ha chiamato nei giorni scorsi la sorella di Cattaneo – ha spiegato l’arciprete – per chiedere se si fosse potuto celebrare il funerale in duomo dal momento che gran parte della famiglia è dispersa per il mondo, e Monza è per loro un luogo di ritrovo. Oltretutto al cimitero centrale hanno la tomba gentilizia, ed è anche per questo motivo che hanno scelto di celebrare qui il funerale. Peccato però che non abbiano fatto alcun cenno al trascorso politico del defunto né alle sue idee di estrema destra».

Monza, funerale di Davide Cattaneo: il vicario don Eugenio, che ha celebrato le esequie, non si sarebbe accorto della presenza dei simboli neofascisti

A celebrare e esequie, come spesso accade, è stato don Eugenio Dalla Libera, ottantunenne vicario parrocchiale in basilica, che – stando a quanto riferito da monsignor Mosconi, che il giorno del funerale era assente – non si sarebbe accorto delle bandiere con la runa simbolo di Avanguardia Nazionale. A notare le strane bandiere è stato il sacrestano che ha immediatamente allertato l’arciprete telefonicamente. «Io non potevo fare nulla dal momento che non mi trovavo in duomo, ma ho chiesto che venissero rimosse da dentro la chiesa e anche dal sagrato le bandiere. Quella che copriva il tavolino su cui era poggiata l’urna con le ceneri è rimasta perché non potevamo interrompere la liturgia», ha continuato Mosconi.

Dentro la chiesa il funerale si è svolto normalmente, senza alcun fuori programma. Al termine della cerimonia, sul sagrato, i presenti si sono messi in fila e al grido “Presente” hanno omaggiato l’urna con il saluto romano: «Se avessi saputo per chi avremmo celebrato il funerale sarei rimasto personalmente in duomo. Alla fine della funzione agenti della polizia locale e della Digos si sono presentati al sacerdote. Purtroppo don Eugenio non si è accorto della gravità di quello che è accaduto. Cattaneo è un uomo che è stato in carcere negli anni Settanta per motivi politici, ma a quanto pare se dopo cinquant’anni chi lo ha conosciuto lo saluto ancora con il braccio teso significa che non è stato capito nulla della storia passata. Un gesto che oltretutto è proibito dalla legge e potrebbe essere riconosciuto come reato».

Monza, funerale di Davide Cattaneo, l’Anpi all’attacco

Non sono mancate anche le reazioni da parte del mondo politico e dell’Anpi. «La cerimonia funebre si è tramutata nell’occasione per l’esaltazione del regime fascista. Quanto dovremmo tollerare ancora queste esibizioni senza l’intervento delle forze dell’ordine. Questo atto oltretutto nel giorno dell’anniversario dell’eccidio dei 67 martiri di Fossoli avvenuto per mano nazifascista è ulteriormente deprecabile», fa sapere Anpi Monza.

L'autore

Nata nell’anno dei due presidenti e dei tre papi. Scrivo per il Cittadino dal 2009, prima solo per l’edizione cartacea poi per la tv e il sito per cui realizzo anche servizi video. Mi occupo di chiesa locale, cronaca, volontariato, terzo settore, carcere. Con l’associazione Carcere Aperto nel 2011 ho realizzato insieme al fotografo Antonio Pistillo la mostra “Guardami”, dove abbiamo raccontato le storie dei detenuti della casa circondariale di Monza.