Dopo una lunga malattia è morto venerdì a Milano Giuseppe Rotelli, proprietario del gruppo ospedaliero San Donato, che ha 18 stabilimenti in Italia, di cui 17 in Lombardia, due istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, 3.956 posti letto, 9.012 addetti di cui 2.275 medici specialisti. Tra questi, anche gli istituti clinici Zucchi di Monza, che hanno ramificazioni anche a Brugherio e a Carate Brianza.
Nel 2006 entra tra in Rcs, la società che edita il Corriere della sera. Nel 2012 salva il San Raffaele dal fallimento offrendo 405 milioni di euro. Ad oggi, con un investimento da 53,7 milioni, è il primo azionista di Rcs con il 16,55% dei diritti di voto. Giuseppe Rotelli era nato a Pavia il 30 marzo 1945. Dopo la laurea in giurisprudenza si era avviato alla carriera di giurista, ma la sua era una famiglia di imprenditori da quattro generazioni. Da qui la sua fortuna e il consistente patrimonio che negli anni gli ha consentito di investire in operazioni anche finanziarie senza mai dover ricorrere al sostegno delle banche, e continuando sempre a reinvestire i proventi del gruppo ospedaliero nello stesso.
La storia parte agli inizi del ’900, con il nonno Marco Sacchi commerciante di generi alimentari che, da una piccola attività, continua a crescere e guadagnare puntando anche sul genero, Luigi Rotelli, medico, papà di Giuseppe. Insieme nel 1957 sono tra i fondatori dell’Istituto di Cura Città di Pavia. Il dottor Rotelli nel 1967 decide di creare alle porte di Milano l’Ospedale di cui il figlio Giuseppe prende le redini nel 1980, abbandonando la carriera di giurista
Nel 2006 l’ingresso tra i soci stabili di via Solferino attraverso la finanziaria di famiglia Pandette con il 5,065% dei diritti di voto. A dicembre 2010 Rotelli debutta nel cda di Rcs dopo le dimissioni di Marco De Luca, entrato in rappresentanza di Pandette occupando il seggio destinato all’azionista di minoranza. Nel 2012 salva il San Raffaele dal fallimento offrendo 405 milioni di euro.