Ha parlato di farmaci, di prevenzione, di inquinamento e di falsi miti «creati ad arte dalla pubblicità» il professor Silvio Garattini, presidente e fondatore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, ospite venerdì scorso di una serata organizzata dal Lions Club Monza Parco insieme allo Sporting Club. Il ricercatore, neo 97enne, ha illustrato con lucidità problematiche e situazioni vissute quotidianamente.
Monza a tu per tu con il professor Garattini: «Occorre puntare sulla prevenzione»
«Siamo una popolazione longeva, ma la durata di vita sana non è pari a quella della vita totale – ha sentenziato – la medicina ha fatto progressi, ma occorre puntare sulla prevenzione. Molte malattie sono evitabili. Con una buona prevenzione si eviterebbero circa il 40% dei tumori e aiuteremmo il nostro servizio sanitario nazionale che è una risorsa preziosa che non dobbiamo perdere».
Garattini ha parlato dei farmaci che «vengono approvati, senza fare confronti, cosa che non ci permette di sapere se uno è meglio dell’altro. Nemmeno il medico lo sa, dato che si basa sulle informazioni dell’azienda produttrice. In Italia manca totalmente un’informazione indipendente. Inoltre, i farmaci vengono testati sui maschi, anche sugli animali maschi. Per testarli sulle femmine occorrerebbero due protocolli diversi, ma sarebbero troppo costosi».
Monza a tu per tu con il professor Garattini: farmaci, inquinamento e vita sana
I farmaci sono anche dei potenti inquinanti che si disperdono nell’ambiente. «Nei nostri fiumi passano ogni minuto chili e chili di residui di farmaci che vanno a finire in mare». Garattini ha ricordato l’importanza di una vita sana con un’alimentazione varia e moderata e mai eccessiva («mangiare poco è importante») e ha invitato a non assumere alcol («anche il vino è cancerogeno, ma non si può dire»), non fumare, non assumere droghe, non giocare d’azzardo e a fare movimento almeno 150-300 minuti la settimana («io cammino 5 chilometri al giorno», ha detto). Infine, no agli integratori alimentari «per i quali spendiamo cinque milioni di euro all’anno che fanno bene solo a chi li vende».