Malore in alta quota, la vera storia Scout Vimercate: il loro racconto

Vigilia di Natale agitata per gli scout del Vimercate I - San Maurizio. In sosta al bivacco Marino Bassi (1957 metri), due esploratori hanno avuto un malore nella notte tra il 23 e il 24 dicembre. I capi hanno chiamato il soccorso alpino: ecco la loro vera storia.
La motoslitta del soccorso alpino
La motoslitta del soccorso alpino

Vigilia di Natale agitata per gli scout del Vimercate I – San Maurizio. In sosta al bivacco Marino Bassi (1957 metri), due esploratori hanno avuto un malore nella notte tra il 23 e il 24 dicembre. I capi hanno chiamato il soccorso alpino: “Temevamo che la mattina non sarebbero riusciti a scendere con le proprie gambe, o che sarebbero stati male lungo il sentiero”, afferma Andrea Villa, uno dei capi. A mobilitarsi, i tecnici della stazione di Breno del Cnsas.

Il campo invernale, che ha coinvolto cinque ragazzi tra i 14 e i 15 anni, è iniziato domenica 22 dicembre e si è concluso la mattina del 24. Due i capi responsabili del piccolo gruppo.

“Prima di partire ci siamo informati sulle condizioni meteo e sulla fattibilità del percorso”, spiega Villa nel suo racconto. Sabato partono da Monte Campione, in Valcamonica (Bs) e, continua il responsabile del gruppo, “saliamo in montagna fino a raggiungere il bivacco Bassi alle 15.30, senza incontrare problemi”. Qui, dopo aver cenato, uno dei ragazzi rigurgita; seguito poco dopo da un altro. Notte tranquilla per quest’ultimo, nuovo malessere per il primo dei due.

Le cause del malore non sono certe. I capi si preoccupano, non sanno se la mattina successiva i ragazzi saranno in forze per percorrere il sentiero in discesa. Così alle due di notte chiamano il soccorso alpino (il bivacco è raggiungibile solo a piedi, con due ore di camminata).

Verso le sei di mattina del 24 i soccorritori arrivano al bivacco e i ragazzi sono quasi pronti a scendere, visto che la sveglia, già da programma, era prevista per quell’ora.

Ma dopo la notte i ragazzi stanno meglio e sono in grado di camminare autonomamente, seppur accompagnati dal soccorso alpino. Dopo un’ora e mezza di cammino, raggiungono la motoslitta del soccorso, che era riuscita a salire solo fino a quel punto.

Disponibile l’automezzo, i ragazzi vengono portati uno alla volta fino a destinazione, mentre il gruppo prosegue camminando. Alla fine del sentiero, l’ambulanza prende i parametri di alcuni esploratori; nessuno viene portato in ospedale.“I problemi che abbiamo avuto non sono stati dettati dal maltempo o dalla neve, tanto è vero che al bivacco si trovava un’altra coppia di ragazzi, esterna al nostro gruppo, che non si è mossa con il soccorso alpino”, precisa uno dei due capi. E prosegue: “mi dispiace per quanto è accaduto e per il fatto che non abbiano visibilità tutte le altre esperienze positive, e che procedono senza intoppi, che i ragazzi hanno la possibilità di vivere”.