«L’ultimo report di Legambiente conferma i dati Istat e dell’Agenzia europea per l’ambiente (Aea), bocciando senza appello la Lombardia per i suoi dati sull’inquinamento. Stupisce come l’assessore all’Ambiente e clima Raffaele Cattaneo riesca a minimizzare. Il trend può anche essere migliorato, rispetto agli anni scorsi, ma questo non significa che la Lombardia sia fuori dall’apnea. Rimane, anzi, la regione più inquinata d’Italia».
A dirlo è Marco Degli Angeli, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, che commenta così gli ultimi dati della qualità dell’aria nel territorio regionale. E lo fa anche perché negli ultimi giorni l’assessore regionale Raffaele Cattaneo è tornato a dire, come fatto nelle scorse settimane, che «la qualità dell’aria in Lombardia è in miglioramento. Legambiente fa finta di ignorare che Regione Lombardia è rispettosa da anni dei valori limite imposti dell’Unione europea per le medie, indicando i valori dell’Organizzazione mondiale della sanità, che non hanno valore normativo, e che tecnicamente hanno valori non raggiungibili a meno che non si chiuda l’intera regione Lombardia e si spostino tutta la popolazione e le attività altrove».
Per Cattaneo nel triennio 2018-20 la Lombardia ha conseguito una riduzione delle emissioni inquinanti in atmosfera e «si conferma in linea con l’obiettivo del Piano Regionale Interventi di rientrare in tutti i limiti nel 2025», ma, al netto del fatto che la Regione non considera tra le più rilevanti le emissioni delle auto, «al 2020, ad esempio, si è registrata una riduzione degli ossidi di azoto pari a 4.364 tonnellate su un target previsto al 2025, per rientrare nei limiti posti dall’unione europea, pari a 6.356 tonnellate».
La Regione sottolinea anche i dati del pm10, il particolato sottile, e ribadisce che i dati per province come Monza, Brescia, Cremona, Pavia, Lecco, Varese siano stati tra i più passi di sempre lo scorso anno. «Anche il numero di giorni di superamento del valore limite giornaliero di pm10 (50 µg/m³), benché in buona parte della regione ancora sopra al limite che la normativa fissa in 35 giorni, ha confermato il trend complessivamente in diminuzione registrato per la media annua, con un marcato miglioramento rispetto al 2020».
«Allora perché Legambiente non ha confrontato i dati di novembre 2021 con quelli di novembre 2020?» chiede Cattaneo, dicendo che in media i valori di pm10 sono scesi nei due anni di lockdown e zone rosse del 50% di media (la Regione, una volta di più, non attribuisce al traffico veicolare un ruolo dominante nelle emissioni).
«Sono in totale disaccordo con l’assessore – ha aggiunto Degli Angeli – . Le sue considerazioni sembrano spinte dalla volontà di mostrare una virtuosità, che non trova riscontro nei dati. Mi aspetto piuttosto che la giunta agisca in modo solerte strutturando degli studi epidemiologici utili alla programmazione ambientale e sanitaria. E visto che non si può agire sul meteo, allora non si consenta di aumentare le emissioni. È evidente in modo scientifico: la pianura Padana non può più permettersi di proseguire con l’attuale stato di fatto. Dispiace invece constatare quotidianamente richieste di ampliamenti di impianti e nuovi impianti emissivi, senza tra l’altro una congrua valutazione degli impatti cumulativi. Non si può più attendere, servono studi epidemiologici e conferenze di servizio più attente agli impatti complessivi, capaci di puntare ad autorizzazioni con saldo negativo».
«Tutto è migliorabile – ha detto l’assessore Cattaneo – e siamo sempre disponibili ad ascoltare proposte e critiche costruttive, ma ci aspetteremmo che migliorassero anche le critiche di Legambiente che da 20 anni ripete le stesse cose e non sembra voler tener conto dei cambiamenti avvenuti nella realtà. O Legambiente vorrebbe che ci fosse il controllo politico anche sulla meteorologia? Per questo non siamo attrezzati».
La Regione, dice, ha stanziato 456,9 milioni di euro in azioni che guardano al miglioramento della qualità dell’aria e riguardano diversi settori, dai trasporti al settore dell’energia con la sostituzione di impianti di riscaldamento inquinanti fino all’agricoltura e alla piantumazione di aree urbane. Nelle prossime settimane, ha annunciato, aprirà un bando per la sostituzione degli impianti termici a biomassa, che sono quelli producono la maggior quantità di polveri sottili.