Si è autosospeso da sindaco per un paio di settimane per occuparsi da vicino della campagna elettorale della figlia ( si è pure dimesso da consigliere provinciale). È una scelta senza precedenti quella di Antonio Romeo, vice coordinatore provinciale di Forza Italia. Il 57enne, primo cittadino dal 2001 al 2011 e rieletto per la terza volta nel 2016, ha firmato un decreto con il quale cede fino al 4 marzo le sue deleghe ai Lavori Pubblici, all’Ambiente, al Bilancio, al Personale e alla Comunicazione all’assessore Luca Mestrone. Gli atti invece verranno firmati dalla sua giovane vice Michela Di Martino.
Romeo in queste due settimane non andrà in Comune e non parteciperà alle riunioni di giunta. «Ho anche liberato la scrivania dalle mie cose – spiega – perché ho voluto estraniarmi completamente dall’attività amministrativa per dedicarmi alla campagna elettorale. Sono il vicecoordinatore provinciale di Forza Italia e devo lavorare per sostenere la candidatura in Regione del mio coordinatore Fabrizio Sala e di mia figlia Paola. La mia autosospensione è un obbligo politico e morale per evitare ogni strumentalizzazione. Nessuno potrà dire che ho utilizzato la mia carica di sindaco per favorire il mio partito». Questa spiegazione non ha affatto convinto l’opposizione.
«Non si era mai visto – dichiara il Pd – un sindaco abbandonare la città ed i cittadini che lo hanno eletto per interessarsi della carriera politica della figlia. Una città che peraltro continua ad avere fortissime carenze e che mai come in questo momento richiederebbe un livello di attenzione superiore a quello finora prestato. Per garantire legalità e trasparenza alla campagna elettorale non è necessario “autosospendersi” temporaneamente da sindaco; è sufficiente svolgere con il giusto equilibrio il proprio ruolo, rispettando le leggi ed evitando che il suo ruolo possa favorire la figlia candidata».
Dello stesso tenore sono le dichiarazione di “Limbiate solidale”. «E’ l’ennesima occasione nella quale il sindaco confonde la propria famiglia con il proprio partito e con la propria carica istituzionale. Abbiamo già assistito alla “elezione imposta” di suo fratello Vincenzo a presidente del Consiglio comunale e ora, per preservare il proprio pacchetto di voti, l’azione che mette in atto è quella di candidare sua figlia. Questa maniera di pensare e di agire non aiuta a generare un confronto politico serio e pensato per il bene comune. Questa maniera di fare costituisce un imbarazzo e una vergogna per tutta Limbiate. Questa maniera di concepire la politica è rivolta a se stessi e non ai cittadini e questo riteniamo sia inaccettabile». Tutte queste accuse sono stati respinte da Antonio Romeo. «I consiglieri di centrosinistra hanno un odio personale nei miei confronti. Sono il loro incubo. Dovrebbero pensare a dormire di notte».