Limbiate, altro giro di vite sulla mensa scolastica: niente schiscetta, pranzo a casa per chi non paga

I bambini che a fine mese a Limbiate non saranno in regola con la mensa scolastica non solo non potranno più usufruire del pasto ma dovranno anche andare a casa per la pausa pranzo. Il giro di vite la scorsa settimana: 700 utenti su 2.200 pagano il servizio.
Mensa scolastica
Mensa scolastica Menegazzo Sandro

I bambini che a fine mese a Limbiate non saranno in regola con la mensa scolastica non solo non potranno più usufruire del pasto ma dovranno anche andare a casa per la pausa pranzo. Amministrazione comunale e dirigenze didattiche infatti hanno deciso di non far consumare il cibo preparato dalle mamme all’interno dei plessi per motivi di sicurezza. Il personale scolastico non può garantire la vigilanza in altri spazi oltre al refettorio, ragione per cui si è scelto di far uscire gli alunni che non potranno mangiare in mensa. Questo provvedimento è una vera e propria “spada di Damocle” sulla testa dei tanti genitori “furbetti” che in questo modo, se impossibilitati ad andare a ritirare i propri figli a pranzo, sono costretti a mettere mano al portafoglio per coprire i debiti accumulati.

Nonostante Limbiate sia il Comune meno abbiente della Provincia infatti è difficilmente pensabile che 1.550 famiglie delle 2.200 che usufruiscono del servizio della refezione scolastica non possano pagare una cifra mensile che, per la fascia più alta di prezzo, arriva al massimo a 120 euro.

«Chi, pur potendo pagare, non paga – dichiara il sindaco Antonio Romeo – danneggia l’intera comunità creando un debito per il Comune che ammonta a 242mila euro. Ho sempre creduto che il pasto a scuola rappresenti un momento importante per la crescita dei nostri ragazzi sia dal punto di vista educativo che aggregativo.

È pertanto volontà e responsabilità dell’amministrazione dare a tutti i nostri ragazzi questa opportunità, ma occorre anche la volontà e la responsabilità dei genitori nel pagare gli arretrati accumulati per aiutarci a garantire tale diritto. Il servizio di refezione viene erogato con modalità prepagata e, pertanto, il costo del pasto deve essere pagato anticipatamente affinché la tessera pasti abbia sempre un saldo positivo».

Chi ha un debito fino a 250 euro dovrà saldare la quota entro il 30 aprile, chi i supera questa cifra potrà pagare in due rate entro fine maggio.