La riqualificazione dell’area Carrier è ferma al palo: congedata l’agenzia di scouting

È fermo al palo il processo di reindustrializzazione della Carrier, il colosso americano dei condizionatori che nel 2014 ha chiuso lo stabilimento di Villasanta cancellando 212 posti di lavoro. L’azienda ha congedato l’agenzia che si occupava dello scouting di industrie interessate, parte integrante del contratto coi sindacati.
Villasanta, l’area industriale della Carrier
Villasanta, l’area industriale della Carrier Fabrizio Radaelli

È fermo al palo il processo di reindustrializzazione della Carrier, il colosso americano dei condizionatori che nel 2014 ha chiuso lo stabilimento brianzolo di Villasanta cancellando 212 posti di lavoro.

L’ipotesi di trovare compratori sia per l’area che per il personale è tramontata nel giro di un anno e di recente l’azienda ha deciso di non rinnovare l’incarico all’agenzia che si stava occupando di selezionare industriali interessati, la Vertus di Milano. L’operazione di scouting era parte integrante del contratto siglato con i sindacati, ma il mese scorso il contratto con Vertus è scaduto e Carrier ha congedato l’agenzia.

“Questa scelta è inaccettabile – ha commentato Mirco Stucchi, Fiom Cgil Monza e Brianza – contrasta con i contenuti dell’accordo sindacale che ipotizzava il rinnovo per un ulteriore anno o la sostituzione con una nuova agenzia. Eliminare queste strade fa risparmiare all’azienda soldi che aveva invece promesso di volere investire sui processi di reindustrializzazione e ricollocamento”.

L’accordo infatti prevedeva non solo il pagamento della parcella alla Vertus per uno o due anni ma anche l’impegno di 1 milione di euro per incentivare i compratori. Se però i compratori non si trovano, il milione resta nelle tasche della multinazionale.
“A noi sembra che l’azienda non abbia mai davvero sostenuto con convinzione l’ipotesi della reindustrializzazione – sostiene Stucchi – piuttosto ha incentivato i lavoratori all’uscita per chiudere in fretta la partita”. E in effetti, prima di scoprire che la nuova normativa sul lavoro garantiva anche il secondo anno di cassa (fino a dicembre 2015), diversi lavoratori sono usciti con incentivi di 50-60 mila euro circa. I dipendenti oggi sono 50, uno zoccolo duro che resiste e che nella reindustrializzazione ha sperato davvero.

Carrier sostiene che le prospettive non ci sono e a dimostrazione della sua tesi chiama i risultati di un anno di lavoro della Vertus: l’unico industriale che aveva manifestato un concreto interesse alla fine ha mollato il colpo. Nulla di fatto insomma, nonostante l’agenzia abbia un’esperienza solida e nonostante l’area sia stata lottizzata per rendere le porzioni più appetibili sul mercato.

In corso c’è uno scontro di prospettive: per l’azienda non c’è margine per continuare, per sindacati e lavoratori è solo una questione di volontà effettiva.

Il futuro è ancora da scrivere. Ora i rappresentanti dei lavoratori stanno cercando di aprire un tavolo a livello regionale, ma alla richiesta di marzo per un incontro con la commissione Lavoro, non è ancora seguita una risposta.