La Brianza rischia di restare senza le due cardiochirurgie

I criteri di selezione della Regione rischiano di fare chiudere le cardiochirurgie brianzole, quella del san Gerardo e quella del Policlinico. Ma le due strutture si stanno attrezzando: una si fa forte dell’eccellenza, l’altra acquista due maghi del bisturi.
Due le cardiochirurgie sul territorio brianteo
Due le cardiochirurgie sul territorio brianteo

Monza rischia di restare senza le cardiochirurgie, compiendo un balzo indietro nel tempo di 15 anni. Prima che aprissero la struttura pubblica del San Gerardo e poi quella privata accreditata del Policlinico i malati di cuore brianzoli dovevano mettersi in lista d’attesa sperando in una chiamata da parte di San Donato e del Monzino. Col rischio che quella chiamata arrivasse fuori tempo massimo.

Cosa succede? Succede che la Regione, in clima di spending review e razionalizzazione, intende chiudere i centri che eseguono meno di 300 operazioni complesse, quelle in circolazione extracorporea. E il San Gerardo e il Policlinico, dal punto di vista dei numeri, sono sul filo del rasoio, se non sotto.

Il primo però si fa forte dell’eccellenza di tutto il complesso: Il San Gerardo gestisce le emergenze del territorio è trauma center e centro di ricerca e di insegnamento con l’università. Secondo il direttore sanitario, Antonio Bonialdi, non si può non tenere conto di questi fattori.

Il Policlinico, intanto, si difende con l’acquisto di due maghi del bisturi: Paolo Ferrazzi, 66 anni, in arrivo dagli Ospedali Riuniti di Bergamo, e Mario Viganò, classe 1938, proveniente dal San Matteo di Pavia.