L’ambasciatore del Vaticano in Turchia è stato convocato dal ministero degli esteri di Ankara dopo le dichiarazioni di domenica 12 aprile di Papa Francesco sul genocidio armeno: lo ha detto all’Ansa lo stesso nunzio apostolico Antonio Lucibello. Nel colloquio, ha precisato Monsignor Lucibello, le autorità turche hanno espresso “il loro disappunto’ per le parole del pontefice. Successivamente Ankara ha anche richiamato il proprio ambasciatore dalla Santa Sede. La Turchia continua a negare che quello del 1915-16 sia stato un genocidio e combatte una guerra diplomatica permanente per cercare di impedire che venga riconosciuto all’estero da un numero crescente di stati.
Le parole del Papa
Papa Francesco ha celebrato nella basilica vaticana la messa per il centenario del “martirio” (Metz Yeghern) armeno, durante la quale proclama “Dottore della Chiesa” San Gregorio di Narek. La messa è stata concelebrata da Nerses Bedros XIX Tarmouni, patriarca di Cilicia degli Armeni cattolici, alla presenza di Karekin II, supremo patriarca e Catholicos di tutti gli Armeni, e di Aram I, Catholicos della grande casa di Cilicia. Era presente alla messa il presidente della Repubblica di Armenia, Serzj Sargsyan.
«La nostra umanità – ha detto Francesco – ha vissuto nel secolo scorso tre grandi tragedie inaudite: la prima, quella che generalmente viene considerata come il primo genocidio del XX secolo; essa ha colpito il vostro popolo armeno, prima nazione cristiana». «Quella tragedia – ha detto papa Francesco all’inizio della messa in San Pietro a 100 anni dal “martirio – ha colpito il popolo armeno insieme ai Siri cattolici e ortodossi, agli assiri, ai caldei e ai greci». «Furono uccisi vescovi, sacerdoti, religiosi, donne, uomini, anziani e persino bambini e malati indifesi – ha ricordato -. Le altre due furono quelle perpetrate dal nazismo e dallo stalinismo – ha aggiunto -. E più recentemente altri stermini di massa, come quelli in Cambogia, in Ruanda, in Burundi, in Bosnia. Eppure sembra che l’umanità non riesca a cessare di versare sangue innocente».
“Sembra – ha proseguito il papa – che l’entusiasmo sorto alla fine della Seconda guerra mondiale stia scomparendo e dissolvendosi. Pare che la famiglia umana rifiuti di imparare dai propri errori causati dalla legge del terrore; e così ancora oggi c’è chi cerca di eliminare i propri simili, con l’aiuto di alcuni e con il silenzio complice di altri che rimangono spettatori”.
«Anche oggi stiamo vivendo una sorta di genocidio causato dall’indifferenza generale e collettiva, dal silenzio complice di Caino che esclama: ’A me che importa?’; ’Sono forse io il custode di mio fratello?». «In diverse occasioni – ha detto il Pontefice nel saluto all’inizio della liturgia – ho definito questo tempo un tempo di guerra, una terza guerra mondiale ’a pezzi’ in cui assistiamo quotidianamente a crimini efferati, a massacri sanguinosi e alla follia della distruzione. Purtroppo ancora oggi – ha aggiunto – sentiamo il grido soffocato e trascurato di tanti nostri fratelli e sorelle inermi, che a causa della loro fede in Cristo o della loro appartenenza etnica vengono pubblicamente e atrocemente uccisi – decapitati, crocifissi, bruciati vivi -, oppure costretti ad abbandonare la loro terra».
Nella messa, papa Francesco ha proclamato San Gregorio di Narek “dottore della Chiesa”. La proclamazione a dottore della Chiesa universale del poeta, monaco, teologo e filosofo mistico armeno, vissuto tra il 951 e il 1003, considerato santo dalla Chiesa cattolica che lo ricorda il 27 febbraio, è stata chiesta dal cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei santi. La pronuncia del Papa è stata accolta da un applauso dei fedeli armeni.
L’incontro a Monza
E proprio il genocidio degli armeni sarà il tema dell’incontro promosso dal centro culturale Talamoni In collaborazione con centro culturale Benedetto XVI dal titolo “Cento anni dal genocidio degli armeni. L’identità di un popolo attraversato dal dramma della persecuzione e del martirio”. Giovedì 16 aprile sera alle 21, nella sala Talamoni della redazione de Il Cittadino, in via Longhi 3 a Monza, il direttore della testata Martino Cervo e Marina Seregni del centro culturale Talamoni introdurranno la testimonianza di sua eminenza Raphael Minassian, arcivescovo dei cattolici armeni in Europa orientale.