Desio e Vimercate, tv in ospedale «Gara sospetta», ex dg a giudizio

L’ex direttore generale della azienda ospedaliera Desio - Vimercate Maurizio Amigoni a processo insieme tra gli altri all’ex direttore generale della sanità della Regione Lombardia, Carlo Lucchina nell’ambito di una inchiesta giudiziaria su presunti appalti pilotati, in particolare per uno denominato Telemedicina.
L’ex direttore generale della azienda ospedaliera di Desio e Vimercate, Maurizio Amigoni
L’ex direttore generale della azienda ospedaliera di Desio e Vimercate, Maurizio Amigoni

L’ex direttore generale della azienda ospedaliera Desio – Vimercate Maurizio Amigoni a processo insieme all’ex direttore generale della sanità della Regione Lombardia, Carlo Lucchina, all’ex assessore regionale Giulio Boscagli, all’ex capogruppo regionale Pdl Paolo Valentini e ad altre sei persone nell’ambito di una inchiesta giudiziaria su presunti appalti pilotati. In particolare sotto la lente dei magistrati della Procura milanese è finito il progetto denominato “Sistema televisivo outdoor”, una tv a circuito chiuso con informazioni sanitarie e pubblicità da portare in 26 aziende ospedaliere lombarde tra le quali quella guidata da Amigoni era la capofila. Infatti, secondo i magistrati milanesi, il bando di gara del 2009, denominato Telemedicina, per l’aggiudicazione del servizio tv nella azienda sanitaria brianzola avrebbe avuto caratteristiche tali: «da precludere la partecipazione a molte altre società interessate e comunque tali da non consentire l’ammissione alla fase finale di aggiudicazione». Così nei giorni scorsi il giudice per le indagini preliminari milanese Maria Cristina Mannocci ha deciso per questo (oltre che per un altro appalto sospetto, inerente i servizi di assicurazione e brokeraggio all’ospedale di Mantova) la serie di rinvii a giudizio. Gli imputati sono accusati a vario titolo di turbativa d’asta e corruzione. Il processo si aprirà il prossimo 18 settembre a Milano. Il Gup ha infatti respinto la richiesta dei legali delle parti di trasferire il processo nei tribunali di Monza e Mantova.