Fu il primo a sobbalzare un giorno dei primi anni Novanta del secolo scorso quando gli misero davanti una lastra: pochi dubbi, per Giorgio Teruzzi, quello era un dinosauro. Anzi, il primo dinosauro scoperto in Italia. Il paleontologo, di Concorezzo, è morto mercoledì 11 giugno dopo una carriera che lo aveva portato a diventare uno dei più importanti specialisti del panorama nazionale e internazionale.
Il paleontologo Giorgio Teruzzi e quel giorno con Ciro

Fu lui, insieme a Giuseppe Leonardi, a firmare la prima descrizione di quello che sarebbe poi stato Ciro – in realtà Teruzzi lo aveva battezzato inizialmente Ambrogio, ma il fossile era stato trovato nel Beneventano e l’anagrafe ufficiosa lo registrò poi diversamente. Scipionyx Samniticus, un teropode che riuscì più tardi a diventare anche un personaggio televisivo in Rai. Era il 1993 e “Prima segnalazione di uno scheletro fossile di dinosauro (Theropoda, Coelurosauria) in Italia (Cretacico di Pietraroia, Benevento)“, sulla rivista Paleocronache dei Musei civici di storia naturale di Milano. Come si capì più tardi, la scoperta già sensazionale di suo, riscriveva in parte anche la storia geologica dell’Italia. A descrivere poi nel dettaglio sarebbe stato Cristiano Dal Sasso, anche lui concorezzese e a sua volta ricercatore dei Musei civici milanesi: sì, un caso del tutto fortuito ha visto crescere a Concorezzo due dei migliori scienziati della paleontologia italiana.
Giorgio Teruzzi, il Museo di Milano, il Besanosauro e il Saltriovenator
Teruzzi è stato conservatore della sezione paleontologica degli invertebrati al Museo di Storia naturale e consigliere della Sisn, la Società italiana di scienze naturali. Dal 1980 ha diretto gli scavi paleontologici nel giacimento di Besano (Varese), il “Sasso caldo”, ed è stato direttore scientifico del locale Museo dei fossili. Lì, a Besano, è stato testimone degli scavi che hanno portato alla scoperta del Besanosauro, un enorme ittiosauro di otto metri di lunghezza – un “pescione” del Triassico insomma – di cui oggi è visibile a Milano una riproduzione. E poi il Saltriovenator, il saltriosauro scoperto sempre nella zona di Varese, di cui fu il primo a conferma il fossile prima che fosse ancora Dal Sasso a proseguire gli studi e la descrizione.
Divulgatore, studioso, ha anche curato per De Agostini volumi dedicati a fossili e paleontologia, ma i suoi interessi erano più ampi: archelogia, etnologia e non solo, come dimostra tra l’altro l’essere stato nel comitato direttivo del Centro studi archeologia africana.