Che traguardo per nonna Giuseppina “Pina” Villa: festeggiati 105 anni a Besana in Brianza

A Besana in Brianza, nella rsa San Camillo ,Giuseppina Villa detta Pina ha festeggiato i 105 anni di vita.
Giuseppina Villa, al centro, 105 anni
Giuseppina Villa, al centro, 105 anni

Giuseppina Villa, detta Pina, oggi ha festeggiato insieme alla sua famiglia un traguardo a dir poco straordinario. I 105 anni. La festa si è svolta presso la Residenza San Camillo di Besana, dove l’anziana è ospite da diversi anni. Due guerre mondiali, la caduta del muro, il ’68, lo sbarco sulla Luna e la rivoluzione tecnologica. Nonna Pina è nata quando ancora non c’era la televisione ed è arrivata a vivere nell’era dei social network e a dover fare i conti con una pandemia di Covid-19 che ha messo in ginocchio tutto il mondo.

Nata a Tregasio, una frazione di Triuggio, il 28 settembre 1916, la signora Villa, come ha raccontato il figlio Renato, perse entrambi i genitori non ancora ventenne, fra giugno e luglio del 1936. Si trasferì poi a Monza, ospite della sorella maggiore Giannina, e dopo alcuni mesi trovò lavoro alla Ercole Marelli di Sesto S.Giovanni, a quei tempi un colosso della meccanica. Lì conobbe Gino con cui convolò a nozze nel 1946, rinviando il matrimonio di sei anni a causa dello scoppio della seconda guerra mondiale. Nel 1953 diede alla luce il primo figlio Renato. Quattro anni dopo arrivò anche il secondogenito, Danilo. Subito dopo perse il lavoro, ma ciononostante riuscì a far studiare i figli, entrambi diplomati presso l’Istituto Hensemberger di Monza.

Nonna Pina perse il marito nel 1990, e con i figli ormai sposati continuò per un ventennio a gestire con le sue uniche forze la grande casa di famiglia. Nel 2012, a quasi 96 anni di età, chiese di essere sistemata in una casa di riposo. Da allora è ospite della Residenza San Camillo dove viene ancora oggi amorevolmente accudita. «Fino a 99 anni se l’è cavata con un deambulatore, ma alla vigilia dei 100 anni, festeggiati con lucidità e felicità, circondata da parenti e amici, ha dovuto accettare la carrozzina. La pandemia con la forzata chiusura delle Rsa e l’impossibilità di incontrare settimanalmente i figli hanno inciso pesantemente sulla sua vitalità, ed oggi affronta la vita giorno dopo giorno, con fiducia nella Provvidenza Divina», ha raccontato il figlio Renato.