Per la Corte di Cassazione la sentenza della Corte d’Appello di Milano che ha assolto quasi tutti i collaboratori del costruttore vimercatese Giuseppe Malaspina, condannato a 12 anni per bancarotta fraudolenta e il cui processo di appello si celebrerà il prossimo 24 settembre, va rivista. I giudici milanesi, rispetto alla sentenza di primo grado del Tribunale di Monza, hanno dimezzato le pene o assolto gli imputati.
Caso Domus Aurea, l’avvocato Bono: “Aspettiamo le motivazioni”
“Stiamo aspettando le motivazioni – ci ha dichiarato l’avvocato Maurizio Bono, difensore di due dei coinvolti, Gerardo Perillo, avvocato, arcorese, già giudice della sezione fallimentare del Tribunale di Monza e il genero Antonio Ricchiuto, commercialista lesmese – La Cassazione ha annullato quella sentenza con rinvio ad altra sezione della Corte d’Appello di Milano, quindi pensiamo che sia legata alla questione tecnica dell’inutilizzabilità delle intercettazioni”.
E infatti nel dibattimento in appello lo stesso pubblico ministero della Procura generale aveva chiesto di non utilizzare le intercettazioni, ma contrariamente a questa richiesta la Corte di Appello avrebbe invece deciso di tenerne conto.
Caso Domus Aurea: le parole della ex moglie di Malaspina sull’Appello
Adriana Foti, sulla prossima udienza di appello all’ex marito, Giuseppe Malaspina commenta: “In pratica è risultato che l’unico responsabile fosse Malaspina fa veramente sorridere. La sensazione che hanno gli avvocati è che il processo sia partito con la convinzione precostituita della sua colpevolezza. Vedremo”.