Con riferimento all’articolo “Caso Banco di Desio e della Brianza, arrivano le “scuse” del Fatto Quotidiano” pubblicato in data 12 febbraio 2016 si intende precisare che il giovane Enrico Ceci è stato citato da Transparency International Italia – fin dal 2012 – come esempio di whistleblower in ambito privato. Proprio recentemente è stata infatti approvata alla Camera una legge per la tutela dei whistleblower, ossia di quei dipendenti che segnalano illeciti nel proprio ambiente di lavoro. Se si ritenesse che – in particolare – le Aziende, le Amministrazioni Pubbliche e la Magistratura fossero state fino ad ora in grado di svolgere efficacemente tale tutela, non vi sarebbe stata la necessità di predisporre siffatta legge. Ad oggi, infatti, tutti i whistleblower riconosciuti in Italia – in ambito pubblico e privato – risultano essere stati licenziati per ragioni che apparentemente nulla hanno a che vedere con le loro denunce. Nelle comparse di costituzione depositate da Editoriale il Fatto S.p.A. e dalla testata on line registrata ilfattoquotdiano.it afferenti le varie cause (una milionaria) intentate da Banco di Desio e della Brianza S.p.A. al Tribunale di Monza, i toni utilizzati e le considerazioni avanzate a proposito del licenziamento di Enrico Ceci – avvenuto nell’ormai lontano 2008 – erano di segno diametralmente opposto. Si dava atto con ben altra enfasi della circostanza che pronuncia della Magistratura non era definitiva e si evidenziava che nessun giudice ha mai – fino ad ora – esaminato l’aspetto della ritorsività di tale licenziamento. In data 12 febbraio 2016 non vi era alcuna motivazione per pubblicare l’articolo sopra citato: Editoriale il Fatto S.p.A. e ilfattoquotidiano.it avevano infatti già ottemperato nel giugno 2015 a tutte le richieste di Banco Desio e /o del Tribunale di monza. A dimostrazione di quanto sopra affermato basta riferirsi ai seguenti due articoli:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/06/19/il-tuo-articolo-diffama-se-altri-siti-lo-riprendono-lo-paghi-tu-anche-se-non-lavevi-messo-online/1791789/
È importante ricordare che Enrico Ceci è stato iscritto quale persona offesa nel procedimento penale R.g.n.r.22698/08 della Procura della Repubblica di Roma in cui sono stati contestati gravissimi reati a società e manager del Gruppo Banco Desio. Tale procedimento penale ha già costretto due società del Gruppo Banco Desio – Credito Privato Commerciale SA e Banco Desio Lazio S.p.A. – e l’ex amministratore delegato di bando Desio lazio S.p.A. a dover rispettivamente patteggiare al Tribunale di Roma significative sanzioni pecuniarie ed una pena detentiva per gravi reati fra i quali riciclaggio internazionale ed appropriazione indebita. Banca d’Italia – per parte sua – ha sanzionato i vertici di Banco di Desio e della Brianza S.p.A. ed in particolare : il Presidente ed azionista di riferimento Agostino Gavazzi e i membri del CDA tra cui il vice-Presidente ed azionista di riferimento Stefano Lado.