Sarebbe indagato anche per il nuovo filone dell’inchiesta sulle Grandi Opere della procura di Firenze (4 arresti) l’ex sub commissario Expo, il seregnese Antonio Acerbo. È accusato di turbativa d’asta. Avrebbe pilotato la gara d’appalto per il “Palazzo Italia”, un affare da 25 milioni di euro, a favore della Italiana Costruzioni. Tra i 50 indagati risulterebbe anche il presidente della società, Attilio Navarra, che si è tra l’altro occupata della riqualificazione della Villa Reale di Monza (Navarra è anche presidente ed amministratore delegato di Nuova Villa Reale di Monza spa).
Acerbo era stato arrestato lo scorso ottobre con la medesima accusa a proposito dell’appalto sulle “Vie dell’acqua” (LEGGI QUI e QUI) nell’ambito dei lavori di Expo. Il manager attraverso i suoi legali ha presentato una richiesta di patteggiamento (LEGGI).
Ora questo nuovo presunto coinvolgimento nella sua veste di ex responsabile unico di”Padiglione Italia”. Tra i suoi complici ci sarebbe anche l’imprenditore Stefano Perotti interessato alla progettazione e direzione dei lavori di “Palazzo Italia”.
Lo stesso Perotti, in una intercettazione telefonica, avrebbe parlato della necessità di: «dover impiegare Luca Lupi», il figlio del ministro ai lavori pubblici Maurizio Lupi. Per la procura fiorentina si tratterebbe di un “favore” in cambio della opportunità per il supermanager Ercole Incalza (per 14 anni dirigente del Ministero dei Lavori pubblici, ora consulente esterno), del quale Perotti è il sodale, di continuare a dirigere i lavori delle grandi opere, dalla Tav a Expo alle metropolitane di Milano e Roma.
Sempre secondo le indagini, al ministro sarebbero stati regalati abiti di sartoria e sarebbe stato ospitato in una splendida dimora fiorentina di Perotti. Al figlio Luca, oltre a un incarico all’ Eni da 2.000 euro, sarebbe stato donato anche un Rolex da 10mila euro per la laurea. Dal canto suo il ministro Maurizio Lupi nega ogni addebito: «Non ho mai chiesto all’ingegner Perotti né a chicchessia di far lavorare mio figlio. Non è nel mio costume e sarebbe un comportamento che riterrei profondamente sbagliato». Ha infine chiarito la posizione del figlio: «Lavora a New York dai primi di marzo».